Serie A, cinque giocate della terza giornata da ricordare
Cinque giocate, cinque momenti da staccare e conservare della terza giornata di Serie A. Lo stop di Lozano, epifania di un giocatore che testimonia il salto in avanti del Napoli, resta la giocata da copertina del weekend. C'è tutto in pochi secondi, la forza dell'intuizione, l'apparente predeterminazione che solo i campioni sanno palesare con la naturalezza di una giocata di routine. Il Chucky ha già conquistato Napoli, è il nuovo che avanza nello stadio che tutto nuovo si presenta. E proprio contro la Sampdoria, l'avversaria dell'ultima partita in Italia di Hamsik: come si cambia, per restare grandi. Il weekend di Serie A esalta anche Sensi, il simbolo delle prime settimane di gestione Conte, fa brillare la Fiorentina di Ribéry e di un insolitamente ballerino Pezzella. Scatena l'energia di Petagna contro la Lazio e la vena creativa di Cigarini che, da ex, telecomanda il Cagliari e affonda il Parma.
Lozano, che stop!
Il San Paolo riluce di nuovo, a fine lavori. Il Napoli omaggia il suo teatro con un'esibizione di superiorità non contenuta da una Sampdoria modesta oltre ogni immaginazione in questo avvio di campionato. La partita conferma che Di Lorenzo è sempre più una certezza. A Llorente basta un tempo per presentarsi e offrire il ventaglio di soluzioni a testa alta, visione e altruismo con tanto di primo assist della stagione. E poi c'è Chucky. Con quel soprannome da film horror, Hirving Lozano mette paura solo agli avversari. Non lo prendono praticamente mai. E possono solo ammirare, a distanza, quando attira, calamita e addomestica in un tocco un lancio da dietro. La palla attraversa una trentina di metri di campo per atterrare lì: Lozano controlla senza imprecisioni, come fosse facile. Sfrontato, quasi sfacciato.
La danza di Pezzella
A Firenze doveva essere il gran giorno di Maurizio Sarri, alla prima effettiva sulla panchina della Juventus. Si è trasformato nel Ribéry-day. Il francese ha illuminato il Franchi, Commisso ha capito di aver preso un campione in grado di spostare gli equilibri. E' la partita anche di Castrovilli, il centrocampista a tutto campo che da piccolo voleva diventare ballerino e ora danza con un pallone tra i piedi, e di Pezzella. Il difensore ingaggia il duello chiave per frenare Higuain, sporca un passaggio di Khedira che si stava per trasformare nell'assist della beffa, e dà anche sfoggio di leggerezza creativa nello stretto.
Sensi, grinta e molta testa
L'Inter di Conte si sta trasformando in queste prime giornate nell'Inter di Stefano Sensi. L'ex Sassuolo è in un periodo di onnipotenza, gioca su una nuvola. Segnare di testa, per il più piccolo di tutti, peraltro in anticipo su Becao che lo sovrasta di una ventina di centimetri, basta come indizio e come prova. Se l'Inter è in testa con tre vittorie in tre partite, molto è merito suo e non solo per la rete da tre punti contro i friulani. Già prima del gol si infila tra due avversari, dialoga con Lukaku e sul successivo rimpallo traccia un tiro al volo che orienta verso toni allarmati il pomeriggio del portiere Musso. Conte, saldo nei suoi principi di gioco ma non rigidamente dogmatico, lo avvicina a Lukaku in quello che diventa un 3-4-2-1 che, con i primi sprazzi nerazzurri di Alexis Sanchez, dimostra di funzionare. Sensi, in un ruolo un po' ibrido da interpretare con la velocità di esecuzione del fantasista e la grinta del mediano, si esalta. E l'Inter ringrazia.
La girata di Petagna
Un tiro in porta, un gol. E' da questi dettagli che si misura l'efficienza di Andrea Petagna nell'attacco della Spal. E' lui a guidare la rimonta dei ferraresi contro una Lazio che si sgonfia dopo il primo tempo. Il gol che neutralizza l'effetto del rigore di Immobile e cambia il finale di partita è una sintesi di energia, potenza, coordinazione. Simone Inzaghi, che l'avrebbe voluto alla Lazio, è costretto a guardarlo mentre da avversario gli rovina la domenica pomeriggio.
Cigarini, il tacco dell'ex
Avrebbe potuto tornare a Parma, Luca Cigarini. Invece ha scelto di rimanere al Cagliari, e al Tardini, nello stadio dove ha esordito in Serie A, si è preso il centro della scena. Decisivo l'assist per il raddoppio, e la doppietta personale, dell'altro ex Ceppitelli. Ma è l'avvio del primo gol a risaltare. Una palla morbida, sulla fascia destra, sembra innocua ma all'improvviso prende vita. Un tocco, un tacco, e l'azione scorre, si velocizza. Nandez intuisce, sguscia e crossa, lo stinco di Darmian diventa una sponda che accomoda la palla per Ceppitelli: il vantaggio è servito. Il Cagliari ha riscoperto un regista, mancato nelle prime due giornate: e gli effetti si sono visti eccome.