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Serie A, cambia il protocollo: tamponi ai calciatori 48 ore prima della partita

La necessità di sottoporre giocatori e tesserati a test ogni 4 giorni era legata alle esigenze di un calendario serrato e articolato su gare da disputare ogni 3 giorni per assicurare la chiusura regolare della stagione. Ecco perché è stato modificato il protocollo attualmente in atto. Lo ha comunicato il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora.
A cura di Maurizio De Santis
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Tamponi da effettuare sui calciatori solo 48 ore prima delle partite. È così che, in base alla decisione del Comitato Tecnico Scientifico, cambia il protocollo anti-Coronavirus rispetto alle prescrizioni di giugno scorso. Perché questa inversione di tendenza nonostante la recrudescenza dei casi di positività nel Paese? La necessità di sottoporre giocatori e tesserati a test ogni 4 giorni era legata alle esigenze di un calendario serrato e articolato su gare da disputare ogni 3 giorni per assicurare la chiusura regolare della stagione.

Non vengono meno le norme principali – di fatto, il gruppo squadra resta protetto in un bolla d'isolamento – ma viene apportata solo una modifica agli aspetti della quarantena e alla gestione tecnica della profilassi. Tutto questo, nell'attesa di una ulteriore opzione relativa alle ipotesi di riapertura – sia pure parziale – degli stadi presentato dalle Regioni.

Ho appena comunicato al presidente Gravina che il comitato tecnico scientifico, che ringrazio, ha valutato positivamente la nostra proposta sulla riduzione dei tamponi, andando anche oltre la richiesta della Figc – ha ammesso il Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora -. Da oggi infatti, come già previsto per le competizioni internazionali, i giocatori dovranno obbligatoriamente sottoporsi al tampone solo nelle 48 ore precedenti le competizioni.

Quanto hanno speso finora i venti club di Serie A per seguire la profilassi indicata dal Comitato? Secondo alcune stime, da giugno scorso ogni calciatore si è sottoposto a 30 tamponi (in media uno ogni 4 giorni, circa 1500 a club) per un totale di 30 mila test al prezzo di 120 euro a esame. Calcoli alla mano, l'esborso complessivo è stato di 3.6 milioni di euro.

Cosa accade oggi se un calciatore viene trovato positivo al Covid-19? Il caso più recente fa riferimento a Zlatan Ibrahimovic, costretto a saltare la gara dei preliminari di Europa League: il singolo calciatore finisce in isolamento mentre il resto della squadra, se negativa dopo i test, prosegue gli allenamenti e può andare regolarmente in campo. In buona sostanza, per effetto di questa forma di quarantena chirurgica, i calciatori trovati infetti sono trattati come semplici infortunati e per arrivare al rinvio di un match un club deve trovarsi nell'impossibilità di avere a disposizione in campo 13 calciatori oltre al portiere.

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