Sergio Rico non ricorda nulla dell’incidente fino al risveglio: “Non riuscivo nemmeno a parlare”
Dal 28 maggio 2023 sono passati quasi 7 mesi ma Sergio Rico si sente già pronto per ritornare a fare ciò che più ama, giocare a calcio, tornando a rivivere uno dei momenti più tragici della sua vita. Il portiere spagnolo del PSG era stato vittima di un impressionante colpo alla nuca a seguito di una rovinosa caduta a cavallo. L'incidente costò un delicatissimo intervento alla testa e un periodo di 26 giorni di coma indotto in attesa di stabilizzare le condizioni cliniche, fino al lento risveglio e alla miracolosa guarigione senza conseguente né fisiche né mentali.
La notizia dell'assurdo incidente che gli stava costando la vita, aveva scosso il mondo dello sport e del calcio in particolar modo. Tantissime le attestazioni di affetto e di vicinanza per il portiere spagnolo che catalizzò nelle settimane di maggio e giugno l'attenzione generale. Soprattutto per le circostanze degli infausti eventi e delle possibili drammatiche conseguenze: Sergio Rico sembrava appeso ad un filo, senza alcuna speranza di riavere in mano la propria vita. Invece, il miracolo è avvenuto con il 30enne oggi ancora sotto stretto controllo medico ma totalmente rimessosi.
"Non ci sono state conseguenze né fisiche né mentali" a seguito del trauma craniocerebrale per il quale era stato sottoposto a un intervento chirurgico per risolvere l'aneurisma cerebrale. Così racconta commosso ma sollevato Serio Rico in diretta TV a Cadena Cope, dove rivive tutto il proprio dramma, di cui però sa solo ciò che gli è stato raccontato dai medici e dalla propria famiglia: "Sono stato sedato con il Fentanil e non ho alcun ricordo a riguardo. Non mi ricordo neppure il momento in cui ho riaperto gli occhi: da quattro ore prima dell'incidente al mio risveglio non so nulla" ha ammesso il portiere. "Ricordo solamente che ero sull'aereo, ci hanno dirottato a Malaga e un amico mi è venuto a prendere e siamo andati a Huelva. Non ricordo nient'altro finché non mi sono svegliato in ospedale", dopo 26 giorni di coma.
Le uniche informazioni che ha di quel blackout arrivano dalla propria famiglia e dai racconti dello staff medico: "Credo che al mio fianco quando ho riaperto gli occhi ci fossero mia moglie e mia madre. La mia famiglia veniva a trovarmi ma non riceveva nessuna risposta, vedevano solo una persona addormentata. Io non mi sono mai reso conto di quanto mi fosse accaduto, alla fine sono stato io la persona che ha sofferto meno in tutta questa vicenda." Parole dure che riprendono anche il successivo periodo, della riabilitazione e del recupero psicofisico: "In quel periodo ho perso 20 chili. Ne pesavo circa 92 e sono sceso a 73, mentre ora sono tornato a pesarne 88. Per me all'inizio è stato difficile anche solamente provare a parlare. Fortunatamente non ci sono state conseguenze fisiche o mentali, ma di tutto questo devo dire grazie ai medici".
Uno staff che non lo ha mai abbandonato anche nei momenti più delicati e che oggi gli ha permesso di poter tornare ad una vita normale: "Non vedo l'ora che il dottore mi dia un po' più di libertà perché adesso mi sento bene… Mi attengo scrupolosamente agli ordini dei medici che sono responsabili e coloro che mi hanno salvato la vita, senza esagerare minimamente". Ma visti i progressi, Sergio Rico è tornato anche a sognare a occhi aperti: "Voglio tornare alla mia routine e sentirmi di nuovo un calciatore perché mi sento sempre lo stesso di prima. Fosse per me sarei già in campo, ma la situazione non è in mio potere e sto cercando di prenderla con la necessaria calma".