“Senza parole”, la notte insonne di Milik: gol annullato, espulsione e squalifica in arrivo
Arkadiusz Milik non ci crede. Non deve aver chiuso occhi tutta la notte. Le immagini del finale convulso, furibondo, grottesco per l'incredibile errore commesso sul fuorigioco chiamato a Bonucci, la posizione di Candreva e la svista clamorosa, il gol decisivo annullato, l'esultanza e l'ammonizione che gli è valsa l'espulsione, la consapevolezza che la squalifica incombe tra capo e collo hanno trasformato in un incubo il post-partita contro la Salernitana.
La Juve ha rischiato sconfitta e figuraccia in casa, ha agguantato il risultato e sfiorato la vittoria. È salita sull'ottovolante di emozioni forti, contrastanti. E ne è stata disarcionata. La prestazione con i granata era stata un purgatorio, il parziale di 0-2 alla fine del primo tempo è stato un colpo al cuore. Tutto il resto l'ha scaraventata in un inferno di polemiche. Le ‘vecchia signora s'è sentita derubata, beffata.
Com'è possibile? L'attaccante polacco lo ripete dentro di sé. Scuote la testa. Magari quei cattivi pensieri vanno via. Magari è stato solo un brutto sogno. Invece no, si ritrova piccolo, piccolo schiacciato dalla pressione di quell'episodio che ha cambiato il risultato del match, aggiunto zavorra in classifica (il gap dalle prima per ora è a -4 e ancora colmabile), alzato il livello dello stress e del nervosismo.
Il viatico peggiore per avvicinarsi a una partita di Champions già delicata: mercoledì a Torino arriva il Benfica e serve vincere. Allegri disse che la partita coi campani sarebbe stata più difficile del match coi lusitani. Per come si sono messe le cose e lo stato di (dis)grazia attuale, battere i portoghesi sembra (quasi) impresa da ultima spiaggia.
Com'è possibile? Milik rivede sul proprio smartphone la posizione di Candreva, le linee tracciate in diretta dalla moviola, ascolta i commenti in televisione, ricarica più volte quel video, fa una smorfia e condivide sui social un post che rende bene l'idea di quale sia il suo stato d'animo. E quanto possa essere spazientito, come si senta defraudato e punito oltremisura.
"Senza parole", è il commento laconico dell'ex di Ajax, Napoli e Marsiglia nella storia pubblicata e poi cancellata. Il giorno dopo fa anche più male. A lui brucia ancora un po' di più. Da quella serata tremenda esce ulteriormente penalizzato: l'euforia per la rete del possibile 3-2 era stata esplosiva, aveva tolto la maglia per mulinarla nell'aria in segno di trionfo ma era già ammonito. Il giallo (con tanto di espulsione) resta. Il gol no, è stato annullato ingiustamente. Che botta davvero, per lui e per la Juve.