Sentenza sulla morte di Astori, Fioretti: “Spero salvi anche una sola vita umana in futuro”
Il medico Giorgio Galanti è stato condannato a un anno di reclusione per omicidio colposo. A 3 anni di distanza dalla morte di Davide Astori, è arrivata la sentenza nel processo condotto con rito abbreviato. Era lui l'unico imputato a causa dei due certificati di idoneità rilasciati all'ex capitano della Viola quando era direttore sanitario di Medicina dello sport dell’Azienda ospedaliera universitaria di Careggi (Firenze). Cardiomiopatia ventricolare maligna: è stata questa la patologia che a 31 anni ha stroncato l'ex calciatore.
Ad ascoltare il verdetto pronunciato dalla Corte c'era anche la ex compagna, Francesca Fioretti. Aveva promesso che non sarebbe mancata all'udienza e lo ha fatto, dicendosi sempre fiduciosa sull'esito del procedimento e per il lavoro d'indagine svolto dalla Procura. "Sono orgogliosa e felice per è stata fatta giustizia – ha ammesso la donna, madre della piccola Vittoria, nata dalla relazione con l'ex capitano della Fiorentina – ma anche molto dispiaciuta perché oggi Davide poteva essere ancora qui con me".
La sentenza non cancella il dolore per il grave lutto subito il 4 marzo del 2018, quando al telefono le annunciarono il decesso, né le restituirà il suo Davide ma la accoglie con moderata soddisfazione. Non è un sentimento di vendetta né di odio: non le appartiene, né sarebbe il modo migliore per onorare la memoria dell'ex giocatore scomparso in circostanze drammatiche. Il suo corpo esanime venne ritrovano nella stanza d'albergo dopo dove dormiva da solo e che il club aveva scelto come sede del ritiro prima della partita di campionato contro l'Udine.
C'è dell'altro dietro le parole di Francesca Fioretti e lo spiega ai cronisti che l'attendono nei pressi del Palazzo di Giustizia. "Sono contenta e spero che questa sentenza possa servire a salvare la vita anche di una sola persona in futuro". Nei giorni scorsi la donna ha ricordato quanto sia stato difficile affrontare quella prova dinanzi alla quale la vita l'aveva messa. Lei, col dovere di essere forte anche per la piccola Vittoria. "Gli scrissi un messaggio alla sera, il giorno dopo non c'era più – ha raccontato nell'intervista a ‘Grazia' -. Alleviare il dolore di mia figlia è stata al mia priorità".