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Sei squadre chiedono e ottengono il rinvio dei pagamenti degli stipendi: c’è anche l’Inter

Il Consiglio Federale andato in scena oggi ha deciso di accogliere la richiesta di ossigeno presentata da sei club di Serie A: la scadenza dei pagamenti degli stipendi di marzo è stata infatti posticipata dal 31 maggio al 30 giugno. Evitato almeno per il momento lo spettro di penalizzazioni e mancate iscrizioni.
A cura di Paolo Fiorenza
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La pandemia da coronavirus ha messo in ginocchio le economie mondiali e di riflesso anche le casse dei club calcistici, i cui bilanci sono ora in grandissima difficoltà. Il problema non è solo contabile, ma anche di liquidità, al punto che più di un club di Serie A si trova in difficoltà nel dover trovare le risorse necessarie ad ottemperare agli obblighi contrattuali nei confronti del proprio personale.

Una questione scoperchiata da ‘Repubblica' e che porta con sé anche le problematiche connesse al rispetto delle normative federali in termini di iscrizione ai campionati: per farlo bisogna essere in regola con i pagamenti degli stipendi. Ecco perché – svela il quotidiano – sei club della massima serie hanno chiesto una mano alla FIGC per rinviare il saldo della mensilità che è in scadenza, trovandosi con l'acqua alla gola: si tratta di Inter, Sampdoria, Genoa, Cagliari, Benevento e Crotone.

Richiesta che è stata accettata dal Consiglio Federale di oggi: la scadenza dei pagamenti degli stipendi di marzo è stata infatti posticipata dal 31 maggio al 30 giugno. Ossigeno puro di cui ovviamente beneficeranno tutte le società di Serie A, allontanando lo spettro di situazioni che la stessa Federcalcio vuole per prima evitare.

Parallelamente vanno avanti le trattative condotte con i propri tesserati da alcuni singoli club – tra i quali la Juventus, ma anche la stessa Inter – per spalmare sul prossimo esercizio le mensilità che ancora mancano in questa stagione, in modo da non impattare sui bilanci in chiusura a giugno. Inoltre tutte le 20 società dell'attuale Serie A hanno firmato la richiesta di aprire un tavolo con l'Assocalciatori per il taglio di due mensilità, anche se in questo caso i margini sembrano minori, come dimostra il no già incassato dall'Inter per la richiesta analoga fatta ai propri calciatori.

Quello che emerge è il quadro di un calcio italiano in grandissima difficoltà con tutti i rischi del caso, da penalizzazioni a mancate iscrizioni: rischi di cui la Federcalcio è ben consapevole.

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