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“Sei musulmano, devi dire la verità o Dio ti punirà”: così ha confessato la truffa in Conference League

Il racconto di cosa è successo in Conference League: “Mi ha detto: fratello, devi dire la verità. Sei musulmano. Dio ti punirà”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Già forte della vittoria dell'andata in casa per 3-1, il Marsiglia ha superato agevolmente i sedicesimi di Conference League imponendosi anche nel match di ritorno giocato in Azerbaigian sul campo del Qarabag, col punteggio di 3-0. Una gara messa subito in discesa dalla rete di Pape Gueye, prima che i padroni di casa pareggiassero dopo la mezzora – o almeno così sembrava – con un imperioso stacco di Ibrahima Wadji ad anticipare il portiere. Peccato che la parte del corpo con cui il 26enne attaccante senegalese aveva insaccato non sia stata la testa, ma la mano, il che ha provocato le proteste veementi dei giocatori francesi.

L'assenza del VAR nella terza coppa europea ha fatto sì che l'arbitro non avesse alcuno strumento per poter annullare il gol che inizialmente aveva concesso, potendo solo distribuire un paio di cartellini per cercare di sedare gli animi. A quel punto c'era solo un modo per tornare indietro nella decisione e togliere la rete al Qarabag, ovvero la confessione di Wadji, che in un primo momento peraltro si era ben guardato dal farlo. Poi la pressione degli avversari ed anche l'intervento del suo allenatore hanno indotto il giocatore a raccontare al direttore di gara come erano andate davvero le cose e dunque la rete è stata annullata.

Dopo la partita, Wadji ha svelato le parole decisive che hanno fatto breccia dentro di lui per fargli confessare la truffa. È stato il centrocampista del Marsiglia Mateo Guendouzi ad avvicinarglisi dicendogli che Dio lo avrebbe punito poiché è un musulmano. "Guendouzi mi ha detto: fratello, devi dire la verità. Sei musulmano. Dio ti punirà", ha detto il calciatore.

Il senegalese ha poi aggiunto che anche il suo tecnico, Gurban Gurbanov, gli ha detto di dire la verità all'arbitro: "È stato difficile perché dovevo parlare con il mio capitano. Sapevo che la palla mi aveva toccato la mano, ma non era un'azione che volevo fare. La mia mano ha toccato la testa. Ho parlato con il mio capitano, gli ho detto che aveva toccato la palla con la mano, la stessa cosa ai miei compagni. Poi abbiamo parlato con l'allenatore e mi ha chiesto cosa ne pensassi. Gli ho detto che aveva toccato la palla con la mano. Mi ha detto: ‘Non è giusto, devi assumerti le responsabilità, devi parlare con l'arbitro' ".

A quel punto che Wadji confessasse era inevitabile: non sarebbe cambiato molto ai fini della qualificazione, ma il gesto di fairplay è comunque da sottolineare e lo ha fatto anche il tecnico del Marsiglia Jorge Sampaoli nel dopo partita: "È un insegnamento. Oggi abbiamo imparato che nel calcio ci sono anche le persone oneste. La cosa dell'allenatore, del giocatore è incredibile. Accettare che il gol fosse irregolare è una cosa che tutti dovremmo imparare" , ha detto l'allenatore argentino, sinceramente colpito dalla vicenda.

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