Se verrà escluso dalle Coppe il Barcellona pronto a chiedere 100 milioni all’Uefa: c’è un precedente
L'Uefa nelle scorse settimane ha annunciato di essersi attenzionata sul "caso Negreira" e di aver avviato un'indagine di approfondimento con relativo fascicolo sul Barcellona che potrebbe anche portare alla clamorosa esclusione dalle prossime coppe del club catalano. Così fosse, la società azulgrana è già pronta alla contromossa: chiedere un risarcimento multimilionario per i danni che andrebbe a subire. Sfruttando anche un precedente.
Sanzionare il Barcelona a livello internazionale non è assolutamente una ipotesi campata per aria perché lo scandalo che ha coinvolto il club catalano in Spagna a seguito della presunta corruzione al vice presidente degli arbitri in Liga, ha spinto l'Uefa a valutare se ci siano gli estremi un intervento da parte del Comitato etico. La violazione sarebbe la lettera G dell'articolo 4 dei regolamenti di Champions League, Europa League e Conference League che stabilisce per l'iscrizione che una società non sia direttamente o indirettamente coinvolta "in qualsiasi attività volta a organizzare o influenzare l’esito di una partita a livello nazionale o internazionale".
Se in Spagna i reati contestati al Barcellona oramai sono prescritti, resta la spada di Damocle dell'Uefa che, tecnicamente, può arrivare anche a decidere l'esclusione dalle competizioni internazionali. Un altro aspetto da non sottovalutare – qualora finisse con una squalifica – anche il successivo intervento possibile della FIFA che avrebbe la facoltà di intervenire direttamente sui campionati delle singole federazioni, stabilendo esclusioni o retrocessioni. Un effetto a catena cui il Barça oggi non pensa minimamente anche perché ha subito collaborato con l'Uefa fornendo tutti gli incartamenti e la documentazione relativa al "Caso Negreira". Eppure dalla Spagna arrivano voci diverse.
Il Barcellona starebbe muovendosi in una direzione ben precisa qualora accadesse ciò che nessuno si auspica: all'Uefa verrebbe immediatamente inoltrata una richiesta ufficiale di risarcimento pari a non meno di 100 milioni di euro. Il calcolo è stato stimato valutando l'importo che il Barça riceve per la partecipazione alla Champions League ogni stagione, più i danni per gli importi di sponsor o "merchandising" che il club smetterebbe di acquisire per la mancata partecipazione alla coppa. Dunque, in caso di condanna, la società catalana non solo ricorrerebbe in appello ma presenterebbe in tribunale il risarcimento dato dal "danno consequenziale" e dal "mancato guadagno".
La procedura scatterebbe nel momento in cui la giustizia spagnola non rilevasse alcuna violazione penale nel "Caso Negreira". In quel caso, sarebbe vincolante per l'Uefa che non potrebbe andare contro la legislazione vigente in uno Stato né contraddirne la sentenza. Se vi fosse comunque la decisione per una esclusione, dunque, si tratterebbe di una vera e propria violazione della normativa vigente e farebbe scattare la legittima richiesta di risarcimento danni, valutato in un centinaio di milioni di euro.
Una situazione simile è già accaduta nel recente passato: il Fenerbahce nel 2021 ha presentato formale ricorso alla propria Federazione – scelta a cui l'Uefa mai si oppose – a causa dell'esclusione forzata dalla Champions League 2011-2012. Ciò a seguito di accuse di aver truccato delle partite nel cui processo il club venne assolto da tutte le imputazioni. Per questo motivo, ha richiesto un risarcimento di 25 milioni di euro, pari a quanto la società avrebbe incassato partecipando alla competizione dopo la vittoria del campionato nel 2010-2011.
