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“Se lo vedessi mangiare me**a, lo farei anch’io”: effetto Ronaldo sulla Premier League

Cristiano Ronaldo è tornato ad imporre la sua presenza debordante sui campi della Premier League, un impatto che va al di là di quanto il fuoriclasse portoghese fa sul terreno di gioco. I gol sono solo una parte di quello che CR7 porta ad una squadra: esempio trascinante, mentalità da voler imitare.
A cura di Paolo Fiorenza
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Cristiano Ronaldo subito protagonista nella sua seconda avventura al Manchester United, con un avvio come meglio non si poteva dal punto di vista personale: 3 gol nelle prime 2 partite giocate e titoloni su giornali e siti web. Non è tutto oro per Solskjaer, visto che dopo il successo in Premier League sul Newcastle è arrivata la brutta sconfitta in Champions contro lo Young Boys, ma CR7 sorride pensando al suo mostruoso ruolino di reti che continua a rimpinguarsi.

Il campione portoghese già ha fatto capire ai compagni che l'imperativo con lui in squadra è uno solo: vincere. E col suo esempio sta già trascinando lo spogliatoio: emblematico quanto accaduto a cena in albergo alla vigilia del suo esordio e raccontato dal portiere dei Red Devils Lee Grant. Nessun giocatore ha osato sgarrare con la forchetta, vedendo cosa mangiava Ronaldo: "Di solito quando si organizza una cena di squadra, alla fine un dolce o una fetta di torta sono permessi. Ma venerdì scorso nessuno dei giocatori li ha toccati perché tutti guardavano cosa c'era nel piatto di Cristiano – ha svelato Grant – C'erano quinoa, avocado e uova sode. Questo ragazzo è in una forma incredibile davvero".

Un'autodisciplina spartana, che è alla base della grande longevità sportiva di CR7. Impossibile non seguire un esempio di tale potenza, lo spiega bene con un'immagine molto colorita Troy Deeney nella sua rubrica sul Sun: "Questa storia ha l'aspetto di essere vera. Avrei fatto lo stesso se Ronaldo fosse entrato nel mio spogliatoio. Infatti, se vedessi Ronaldo mangiare me**a di cavallo per un pasto prepartita, mangerei anch'io m***a di cavallo!".

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La leggenda del Watford, quest'anno trasferitosi dopo 11 stagioni al Birmingham, spiega in cosa consista ‘l'effetto Ronaldo' sui compagni: "Tutti sanno quanto si prenda cura di se stesso. L'abbiamo visto quando si è tolto la maglietta dopo aver segnato col Portogallo ed aver battuto il record di gol con le Nazionali l'altra settimana. Voglio dire, come calciatori professionisti non siamo messi male fisicamente, ma se ne è parlato molto. Tutti erano invidiosi di quel six-pack di addominali. Se Ronaldo diventa il tuo compagno di squadra, non è come immaginare di poter essere bravo come lui, ma vedresti da vicino la sua professionalità e vorresti emulare tutto quello che fa, per diventare bravo al meglio che puoi".

"Se Ronaldo si fosse allenato alle 8 del mattino, io mi sarei allenato alle 8. Se lui avesse finito alle 7 di sera, io avrei finito alle 7 – continua Deeney – Ci sono un sacco di grandi nomi nello spogliatoio dello United, ma Ronaldo è l'élite dell'élite e credo che saranno tutti ammirati da lui. Io sono un tipo abbastanza sicuro di sé, ma se Ronaldo fosse entrato e mi avesse salutato, avrei sussurrato qualcosa ed abbassato il mento…". Un'ammirazione sconfinata, che spiega chiaramente cosa porta in una squadra Cristiano Ronaldo: esempio, mentalità, la ricetta per il successo.

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