“Scusateci”: il Cagliari cola a picco, Mazzarri ha una media punti da retrocessione
"Scusateci". È il tweet eloquente che il Cagliari condivide sui social network al termine della partita pesa male e in casa contro l'Udinese. Un'umiliazione da mani in faccia. Walter Mazzarri le mette quando Molina mette dentro anche la palla dello 0-3 e Deulofeu inventa l'ennesima magia (0-4), per lui e per il Cagliari è una mazzata tremenda. Si agita in panchina, a bordo campo prova a scuotere la squadra per quel che può ma nemmeno lui sa come riuscire a rianimarla, invertire una tendenza negativa da retrocessione. Il ko in casa contro i friulani aggiunge zavorra e fa ancora più male per la sonora bordata di fischi che addirittura accompagna i calciatori nello spogliatoio.
Il presidente, Giulini, viene preso di mira con cori di scherno: viene "invitato" a mollare tutto e andar via, lo individuano come il maggiore responsabile dello sfascio. Quanto ai calciatori, ce n'è anche per loro: possibile che atleti dal passato illustre come Caceres e Godin giochino così? Per rimediare non bastano più né i miracoli di Cragno né le prodezze di Joao Pedro.
Cosa può fare l'allenatore toscano? Difficile anche per lui ritrovare il bandolo della matassa. La vittoria in Coppa Italia (3-1) al Cittadella è stato un brodino, il ritorno in campionato è stato terribile. Da quando Mazzarri è arrivato in panchina al posto di Semplici l'inversione di tendenza non c'è mai stata. Anzi, il Cagliari è colato a picco: su 15 match ne ha vinto solo uno (3-1 alla Sampdoria) il 17 ottobre scorso, il resto (8 sconfitte e 6 pareggi) fa perdere il sonno e alimenta gli incubi peggiori. La media punti è deprimente: 0.6 a partita, da retrocessione. Una pietra sul triennale del tecnico che, almeno sulla carta, dovrebbe restare in sella fino al 2024.
In un contesto ambientale del genere, con il gruppo che mostra una fragilità emotiva e tattica così palese, dove trovi le risorse per risalire senza anche il pubblico amico ti dà (quasi) per spacciato? I numeri del match, del resto, gelano il sangue nelle vene: i bianconeri fanno 5 tiri nello specchio della porta e 4 di questi procurano una rete; appena 2 quelli dei rossoblù al netto di un possesso palla nettamente superiore (65% a 35%). E quando Marin viene espulso, lasciando la squadra addirittura in dieci (salterà l'ultima gara dell'anno a Torino contro la Juventus), allo stadio guardano l'orologio per vedere quanto manca alla fine. Ce n'è abbastanza per un'umiliazione ulteriore.