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Scontro Juventus-Higuain, cosa rischia il Pipita se non torna a Torino

Gonzalo Higuain e la Juventus sono vicini allo strappo, una linea spartiacque verrà tracciata quando il club lo convocherà ufficialmente per la ripresa degli allenamenti. Il Pipita pensa davvero di non tornare in Italia? Perché il rapporto s’è logorato? Cosa succede se rifiuta di mettersi a disposizione fino al termine della stagione?
A cura di Maurizio De Santis
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La convocazione per la ripresa degli allenamenti. Sarà quella la linea spartiacque nel rapporto ormai ai minimi termini tra Gonzalo Higuain e la Juventus. Il Pipita è tornato in Argentina il 19 marzo scorso, esibendo regolare test medico (che ne attestò la negatività al contagio da covid-19) e dietro permesso del club che gli consentì di essere accanto alla famiglia in un momento molto delicato per le gravi condizioni di salute della mamma (ammalata di tumore).

Il braccio di ferro, cosa rischia. Tornerà in Italia e sarà ancora a disposizione di Maurizio Sarri per disputare la parte conclusiva della stagione tra campionato e coppe? Per contratto deve farlo, non può rifiutarsi di rispondere alla chiamata ufficiale del club. Se lo facesse, come conseguenza estrema in caso di mancato accordo, si arriverebbe allo strappo definitivo tra le parti, con tanto di azione legale da parte della società pronta a impugnare il suo contratto fino a determinare la rescissione unilaterale. In questo caso, oltre a perdere circa 10 milioni d'ingaggio, rischierebbe anche di essere citato per danni.

  • Una situazione scivolosa, scomoda, che rischia di avere una coda in tribunale: cosa accadrebbe se il bomber sudamericano motivasse la propria reticenza adducendo il timore per la propria salute a causa dell'emergenza sanitaria? Il rischio di contrarre il contagio è l'obiezione che accomuna anche in Premier molti calciatori, perplessi sull'opportunità di riprendere il campionato.

Perché si è arrivati a questo punto? La situazione attuale trova una spiegazione sia nella volontà da parte del club di cedere l'attaccante, monetizzando l'addio a un anno dalla scadenza naturale del contratto (giugno 2021, l'opzione rinnovo non è mai stata presa in considerazione come per Buffon e Chiellini), sia nella riluttanza del calciatore. Ad agosto 2018 accettò il trasferimento al Milan, rientrando (assieme a Caldara) nella maxi-operazione che riportò Bonucci a Torino, poi il passaggio al Chelsea a gennaio del 2019 (sempre in prestito). A giugno dell'anno scorso chiese e ottenne la conferma anche grazie a Sarri ma adesso il suo tempo sembra finito.

  • Dybala è intoccabile, su Cristiano Ronaldo nemmeno c'è da ragionare… dopo Mario Mandzukic, Higuain (che a dicembre compirà 33 anni e ha un ingaggio da 7.5 milioni a stagione) è la pedina sacrificabile nel reparto avanzato per fare spazio a calciatori più funzionali e (forse) meno costosi.

Cosa può accadere? Higuain torna in Italia, chiude la stagione e poi tratta il proprio trasferimento (sia il ritorno al River Plate oppure il passaggio ai Los Angeles Galaxy in Major League). Higuain non torna a Torino ma trova un accordo con il club per la rescissione consensuale. L'extrema ratio è che le parti arrivino allo scontro.

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