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Schierano un calciatore sotto falsa identità e dicono all’arbitro che è sordomuto: partita persa a tavolino

In Romani schierano un calciatore sotto falsa identità e dicono all’arbitro che è sordomuto ed analfabeta dopo essere stati scoperti: partita persa a tavolino, multa e mercato bloccato per la prossima sessione.
A cura di Vito Lamorte
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Foto di gsp.ro.
Foto di gsp.ro.

Il Voința Limpeziș, squadra di Serie C della Romania, è scesa in campo con un calciatore sudamericano spacciandolo per un U19 romeno e quando l'arbitro ha chiesto il nome al giocatore e il club ha motivato la sua mancata risposta dicendo che era "sordomuto e non sapeva neanche scrivere". È stata aperta un'indagine e si è capito che si trattava di un atleta che giocava sotto falsa identità: per questo motivo è arrivata la sconfitta per 3-0 a tavolino e la vittoria per il CSM Adjud. 

Una situazione a dir poco surreale per un campionato professionistico. La notizia è stata riportata dal giornale romeno GSP.ro.

Schierano un calciatore sotto falsa identità e dicono all'arbitro che è sordomuto e analfabeta

Il 31 agosto, data dell'inizio della nuova edizione di L3, era in programma la partita CSM Adjud – Voința Limpeziș e si è conclusa con la vittoria di misura degli ospiti (0-1): i padroni di casa, però, nell'intervallo hanno lanciato un'accusa molto pesante nei confronti degli avversari affermando che un calciatore del Voința Limpeziș non fosse lo stesso riportato sulla formazione ufficiale. Uno scambio di persona, in pratica.

Questa ipotesi è stata confermata, e all'inizio di questa settimana il CSM Adjud ha vinto a "tavolino" per 3-0 con decisione dettata dalla Commissione Disciplinare della FRF. Dietro questa vicenda, però, c'è una sceneggiatura a dir poco incredibile.

Il direttore sportivo dell'Adjud, Ciprian Vrabie, al giornale GSP.ro ha dichiarato: "Avevamo avuto indicazioni prima della partita che la squadra di Limpeziș avrebbe provato a mettere in campo altri giocatori oltre a quelli presenti nella distinta. È stato il motivo per cui ho chiesto all'arbitro un confronto tra i cartellini e l'identità dei calciatori. Si è scoperto che sei di loro non corrispondevano. Il direttore di gara li ha mandati tutti in tribuna, dopodiché la partita è ripartita con nuove condizioni".

La gara era arbitrata da Silviu Popa, che dopo aver mandato via i calciatori inseriti ‘sotto falso nome' ha lasciato il Voința con 11 titolari e una sola riserva.

Il dirigente del CSM Adjud ha proseguito così il suo racconto: "Ad un certo punto, durante la partita, ho sentito che il giocatore con il numero 21 del Limpeziș parlava una lingua straniera ma sul referto c'era un calciatore rumeno U19, classe 2005. All'intervallo ho presentato ricorso e l'arbitro ha chiesto che il giocatore si presentasse in cabina per l'identificazione".

Non è stato possibile perché i funzionari di Voința hanno spiegato che il calciatore "è sordomuto, quindi non è possibile parlargli". Quando gli è stato chiesto solo di scrivere il suo nome su un pezzo di carta hanno risposto dicendo che non era "possibile, perché non sapeva nemmeno scrivere. Era davvero una scena divertente, ma anche preoccupante".

La FRF ha valutato i dettagli di questo caso e ha deciso: partita persa 3-0 per il Voința Limpeziș, sei punti in meno in classifica, multa di 2200 lei e operazioni di mercato vietati nella prossima sessione.

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