Scene di follia sul bus dell’Argentina: due tifosi si lanciano da un ponte, uno precipita
Quattro forse anche cinque milioni di tifosi si sono riversati nelle strade della capitale, Buenos Aires, per accogliere l'Argentina campione del mondo. A vista d'occhio è una folla sconfinata di persone accalcate, brulicanti di euforia, impossibili da gestire. Una marea umana che dall'aeroporto fino ai luoghi iconici come la zona dell'Obelisco, Plaza de Mayo ha invaso l'asfalto e reso impossibile al pullman scoperto che trasporta la Seleccion di completare il proprio percorso e arrivare nel cuore della città.
Motivi di ordine pubblico e questioni di sicurezza hanno indotto le autorità a un improvviso cambio di programma. Dopo aver impiegato cinque ore per percorrere un tratto dallo scalo aeroportuale di Ezeiza verso il centro, la squadra Albiceleste è stata carica a bordo di tre elicotteri.
Il bus della Seleccion è stato dirottato verso la Scuola Allievi della Polizia Federale (nel quartiere Lugano) e lì giocatori e staff della nazionale sono saliti sui velivoli messi a disposizione per salutare (sia pure virtualmente) quel formicaio di sostenitori che ha colorato di bianco e azzurro la giornata. Non c'era soluzione alternativa che attraversare la capitale dall'alto.
Attraverso il suo account Twitter ufficiale, il presidente della Federazione argentina (Afa), Claudio Chiqui Tapia, s'è rammaricato per la decisione presa e spiegato quali sono stati i motivi della variazione prevista rispetto al protocollo dei festeggiamenti concordato: "Non ci permettono di salutare tutte le persone che erano nell'Obelisco – si legge nel post condiviso sui social -, gli stessi agenti della sicurezza che ci hanno scortato finora non ci permettono di andare avanti". La frase chiudeva così: "La federazione si scusa a nome di tutti i giocatori campioni del mondo. È un peccato".
Che l'evento non potesse svolgersi come inizialmente previsto lo si era intuito dalle immagini e dall'evoluzione della situazione. Un episodio in particolare ha indotto le autorità a mettere da parte la romantica ed esaltante passeggiata/tripudio tra la folla: un paio di tifosi, in preda alla smania di abbracciare i calciatori, si sono lanciati da un cavalcavia durante il passaggio dell'autobus dell'Argentina. L'incidente è avvenuto nella zona di Avenida Tenente General Pablo Ricchieri vicino al Mercato Centrale.
Le immagini che sono trapelate sui social mostrano una scena agghiacciante. Il primo degli aficionados è saltato dal ponte con tempismo ed è atterrato sul mezzo in movimento: non ha riportato ferite ed è stato fatto scendere poco dopo. L'altro, invece, s'è lasciato andare quando era troppo tardi e il veicolo aveva quasi del tutto imboccato il tunnel: è caduto sulla parte posteriore e, sbilanciato, è finito sull'asfalto.
Non si sa cosa gli possa essere successo né quali sono le sue condizioni. In quel marasma è stato impossibile anche per i mezzi d'informazione argentini avere notizie più chiare. La dinamica di quel capitombolo lascia presupporre che l'impatto sia stato attutito prima dall'urto con il veicolo e poi dal contatto con alcune persone che seguivano il mezzo.
Ma è una ricostruzione ottimistica perché in realtà di quel tifoso si sa nulla (per adesso). Emblematica la frase di un giornalista che ha documentato la "locura" per il trionfo mondiale: "Se oggi non ci sono morti è un miracolo".