Scandalo nel calcio boliviano: un calciatore non è chi dice di essere, club stangato con -33 punti

Un clamoroso scandalo si abbatte sul calcio boliviano al suo massimo livello: l'Aurora, club di alta classifica della Primera Division, è stata stangata con ben 33 punti di penalizzazione per aver falsificato l'identità del giocatore Gabriel Montaño, la cui reale età sarebbe di 25 anni invece dei 20 dichiarati.
La falsa identità di Montaño: ha 5 anni in più
La decisione è arrivata con sentenza della Corte disciplinare della Federazione calcistica boliviana, che ha accertato che Gabriel Montaño Moizan è lo pseudonimo con cui ha giocato in realtà nei tornei della Lega professionistica boliviana Diego Hernan Montaño Moizan. Oltre a questo, il calciatore – che gioca come esterno d'attacco – avrebbe 25 anni invece dei 20 indicati sul suo documento d'identità.
All'Aurora, club di Cochabamba, saranno dunque detratti 33 punti per la stagione 2025. Inoltre il tribunale federale ha sospeso per tre anni i dirigenti Jaime Cornejo e Ivon Sandra Valencia e ha sanzionato il calciatore coinvolto con una squalifica di due anni. La sentenza si applica per il futuro e non modifica la classifica per la stagione 2024, mantenendo il titolo del Bolivar campione e la retrocessione del Real Santa Cruz.
La confessione del calciatore: "Sono Diego Hernan, nato nel 1999"
Lo scandalo è esploso lo scorso dicembre, quando Montaño – che è stato convocato due volte nella nazionale maggiore boliviana nel 2024 – è stato accusato di aver falsificato un certificato di nascita, essendo di fatto nato nel 1999 come "Diego Montaño". Nonostante l'Aurora avesse poi presentato la registrazione del giocatore con il suo nome come "Gabriel Montaño Moizan" e la sua nascita il 15 febbraio 2005, è stato poi rivelato all'inizio di gennaio di quest'anno che Montaño non aveva una registrazione di nascita nei registri ufficiali.
Il 15 gennaio il calciatore ha riconosciuto che il suo nome è "Diego Hernan Montaño Moizan" e che è nato il 23 giugno 1999: ha dunque 25 anni invece dei 20 dichiarati. Ha anche affermato che l'Aurora e il suo presidente Jaime Cornejo "non sapevano nulla", ma questo non ha evitato al club e al suo massimo dirigente di evitare la stangata.