Sbagliano tre volte l’inno nazionale, giocatori infuriati: imbarazzo in Coppa d’Africa
Una giornata da dimenticare. In Coppa d'Africa è successo di tutto. E tutto, ironia della sorte, s'è verificato nello stadio a distanza di poco tempo tra un match e l'altro. Bello (o brutto) della diretta. Incidente di percorso. Disguido tecnico. Quanto accaduto lo si può definire in molti modi ma, senza troppi giri di parole, in occasione della partita tra Mauritania e Gambia è andata in onda la più classica delle figuracce a livello organizzativo. Immaginate la scena: le squadre sono schierate in campo, c'è tensione prima del fischio d'inizio e quei minuti vengono scanditi dall'esecuzione degli inni nazionali. Una delle due, però, non riuscirà mai ad ascoltare il proprio per una serie di errori nella messa in onda.
I calciatori e lo staff della Mauritania null'altro hanno potuto fare che incassare il colpo con amarezza. Grottesco e imbarazzante il tentativo di rimediare all'errore, stucchevole anche quella perdita di tempo avvenuta durante il protocollo di presentazione delle nazionali. Per tre volte dagli altoparlanti dello stadio di Limbé, in Camerun, si udiranno le note sbagliate dell'inno ufficiale dello Stato dell'Africa occidentale. Per tre volte sarà lanciata una versione vecchia rispetto a quella attuale. Lunga attesa e proteste a nulla sono servite se non ad alimentare l'ansia per la partita.
Ma non è stato l'unico inconveniente… tant'è che l'orario del match è stato posticipato di 45 minuti. Il motivo? Colpa di quanto s'è verificato nell'incontro precedente per l'incredibile finale tra Mali e Tunisia in cui l'arbitro ha preso una decisione inspiegabile: ha fischiato la fine della partita con cinque minuti di anticipo e senza nemmeno attendere che fosse segnalato il periodo di extra-time abitualmente concesso per il recupero. Scoppia il caos, il direttore di gara perde il controllo e, nonostante il goffo tentativo di rimettere le cose a posto ordinando la ripresa del gioco, la situazione diventa incandescente, ingestibile.
Si va avanti ancora per qualche attimo poi, di nuovo prima dello scoccare del 90°, arriva l'ennesimo triplice fischio con i calciatori del Mali che fanno festa e quelli della Tunisia che tornano a testa bassa negli spogliatoi. Finita? No, il colpo di scena è servito poco: dopo oltre mezz'ora dai vertici della CAF arriva il diktat di riprendere il match per disputare i minuti di recupero. Non accadrà per l'assenza della Tunisia decisa a presentare ricorso.