Saul Coco è stato a un passo dalla morte per due volte: “Sono rimasto incosciente per giorni”
Saul Coco è arrivato in Italia soltanto da pochi mesi e sta cercando di ritagliarsi il suo spazio con il Torino, ma soprattutto vuole mettersi alle spalle due tremende esperienze di vita che lo hanno segnato nel profondo. Il difensore ha soltanto 25 anni ma ha rischiato di morire per ben due volte a causa di due problemi di salute che lo hanno condizionato tra il 2019 e il 2020.
il giocatore ne ha parlato ai canali ufficiali del club, aprendosi sui due momenti più delicati di tutta la sua esistenza. Per fortuna adesso è tutto passato ed è stato i grado di tornare a giocare e di togliersi anche qualche soddisfazione con il Las Palmas e i granata.
Coco racconta le due esperienze difficili
A 25 anni il difensore è già stato messo a dura prova nel corso della sua vita, con ostacoli duri da superare e che avrebbero potuto portare a una situazione catastrofica. In un'intervista rilasciata ai canali ufficiali del Torino Coco ha raccontato due esperienze di vita importanti: è stato vicino alla morte per due volte, a causa delle complicazioni della malaria e di un incidente in campo molto grave.
La prima volta era giovanissimo e ha rischiato la vita per la malaria, contratta in un viaggio con la Guinea Equatoriale: "Alla fine del 2019 e inizio del 2020 ci sono stati due episodi molti importanti della mia vita. Durante il primo, ero in viaggio con la nazionale e ho contratto la malaria. Sono dovuto stare tre settimane in ospedale bloccato a letto e per due giorni sono stato praticamente incosciente. È stato molto duro, ma dopo un po' di tempo sono riuscito a recuperare nonostante avessi perso molto peso".
Un anno più tardi si è ritrovato ancora a dover lottare per la sua vita: "Poi nel giorno del mio compleanno ho avuto un altro incidente: uno scontro di gioco, mi sono rotto entrambi i polsi e presi un forte colpo alla testa. In entrambi i casi sono stato molto vicino alla morte. Sono state due situazioni molto importanti per me, che sul momento furono molto dure, ma mi hanno fatto crescere molto come persona e come giocatore".