Sassuolo-Milan, la partita di De Zerbi: l’ex che in rossonero faceva impazzire Savicevic
Roberto De Zerbi oggi è tra i più stimati allenatori di Serie A: giovane, emergente, capace. Mai fuori posto, con un aplomb che ne fa una persona seria, riservata ma che sa stoccare al momento giusto quando serve per non far calare la concentrazione o riversare su di sè critiche che permettono alla squadra di restare tranquilla. E se il Sassuolo oggi, insieme all'Atalanta, è la Provincia che sorride a questo calcio in cui tutte le attenzioni sono sempre e solo per le grandi, è merito soprattutto suo. Contro il Milan, nel prossimo match di Serie A, rivivrà vecchi ricordi, una sfida particolare contro una società cui deve l'esordio nel calcio che conta ma anche un rammarico importante, perché il Diavolo non ha mai creduto fino in fondo nel suo sinistro.
Roberto De Zerbi nasce attaccante, trequartista, esterno offensivo. Sa fare tutto e anche bene. Sin da giovane ha una marcia in più rispetto ai suoi coetanei grazie ad un sinistro con cui gli riesce il meglio: "Con quel piede poteva fare tutto ciò che voleva, gli davi la palla e si inventava sempre qualcosa. Era il ragazzo di maggior talento nel mio gruppo", dirà Mauro Tassotti allora tecnico della Primavera dove militava un De Zerbi giovane e promettente. Tanto bravo che era diventato il ‘piccolino' di mostri sacri come Boban ("un fratello maggiore" dirà in età matura) e Savicevic che stravedevano per lui, come ricorderà anche Massimo Taibi, in prima squadra rossonera.
Una carriera senza meta fissa: 15 club in 15 anni
Eppure il volo, De Zerbi non lo ha mai spiccato. Colpa delle coincidenze mancate, del tentativo di farlo maturare lontano dal Milan, dimenticandosi del suo sinistro, delle sue giocate, della sua qualità. Probabilmente perché è sempre stato tanto bravo quanto riservato, sin da giocatore: mai una polemica, un colpo di testa fuori dal campo, dichiarazioni forti o per far parlare di sè. Ha accettato il suo destino calcistico, quindici club diversi in 15 anni di carriera onorata e conclusa all'estero in Romania, al Cluji. Fino alla nuova avventura, in panchina da allenatore.
Tutte le scommesse vinte da De Zerbi al Sassuolo
Al Sassuolo, oggi De Zerbi è un marchio di fabbrica: la squadra fioca, si diverte, ognuno sa ciò che deve fare e si stanno esaltando le doti dei più giovani, le promesse sulle quali molti club stanno mettendo gli occhi addosso. Da Boga a Raspadori, da Traoré a Muldur per passare all'ultimo nome, quello di Ghion. Senza dimenticare i vari ‘veterani' neroverdi come Berardi, Magnanelli, Consigli e il rilancio di giocatori ‘scartati' da altri club come Locatelli, Marlon e Ciccio Caputo.