Sarri, sigaretta e confessioni: “Ho capito quanto odio c’è per la Juventus in Italia”
Maurizio Sarri torna a parlare. Da casa sua, in occasione di una videochat organizzata dalla Juventus, ad oltre un mese di distanza dall'ultima partita ufficiale giocata dai bianconeri (lo scontro diretto vinto contro l'Inter). In un clima leggero, accompagnato da una sigaretta dopo l'altra durante la diretta, il tecnico toscano ha raccontato come sta vivendo il lockdown e cosa si aspetta dai prossimi mesi.
"In questo momento non ho la testa completamente libera per lavorare, sinceramente. Ho riguardato un po' di partite nostre per schiarirmi le idee, vederle ora che si è fermi dà impressioni diverse. Dobbiamo anche pensare che l'estate la passeremo giocando a calcio, quindi questo è il momento giusto per staccare un po'. Anche perché tra la fine di questa stagione e la prossima faremo 14-15 mesi consecutivi senza fermarci".
Spina staccata, dunque, e spazio alle passioni. Il calcio, che resta prima di tutto una grande passione, e poi la lettura.
"Leggo molto, guardo partite del passato. Ogni volta che vedo il Milan di Sacchi mi rendo conto che erano 20 anni avanti. Ora è il periodo dei gialli, quindi ne sto leggendo tanti".
Un tifoso chiede le prime mete che visiterà alla fine dell'emergenza. Sul diario di viaggio di Sarri ci sono già segnate due tappe.
"Il primo viaggio è a Roma per la finale di Coppa Italia. Poi una qualsiasi città europea, vorrebbe dire che saremmo andati avanti in Champions".
Sarri si è poi lasciato andare ad una sorta di sfogo sulle sensazioni percepite nei primi mesi da allenatore della Juventus. Positive, in gran parte, ma anche negative, in relazione al clima che circonda la Vecchia Signora nelle trasferte in giro per l'Italia. Qualcosa che visto dall'interno ha portato Sarri a legarsi ancora di più all'ambiente bianconero.
"Mi hanno colpito l’amore e l’odio. È vero che noi siamo circondati d’amore in ogni posto d’Italia, ed è una cosa bellissima. Ma è altrettanto vero che siamo circondati dall’odio in ogni posto d’Italia. È una cosa che riesci a capire solo quando entri a far parte del mondo Juventus. Noi siamo sempre quelli favoriti dagli arbitri, poi i numeri dicono altro. Io sono stato fischiato a Napoli, città in cui sono nato e in cui ho dato tutto. Se non ho vinto è perché sono scarso, non perché non abbia dato il 100%. A Torino i tifosi della Fiorentina hanno fatto cori insultando mia madre. Ti fa capire quanto odio c’è nei confronti di questa squadra. Quando sei così odiato all’esterno, ti attacchi all’interno e ti innamori della tua realtà. Se diventi gobbo è anche perché dall’esterno sei attaccato da tutti".