Sarri si è giocato la panchina del Milan con una frase, Galliani svela: “La lessi e cambiai idea”
Oggi il Monza ospita il Napoli fresco campione d'Italia e per Adriano Galliani, deus ex machina della squadra brianzola che si sta facendo valere alla sua prima stagione in Serie A avendo raggiunto una comoda salvezza, sarà la solita sofferenza in tribuna e non solo: "Gli ansiolitici? Ho risolto scappando dallo stadio nell'intervallo e rifugiandomi nel Duomo di Monza, a cellulare spento. Esco solo dopo il fischio finale. Ma quando abbiamo battuto la Juve mi ha avvisato il chierichetto: abbiamo vinto!".
L'Ad del Monza ha legato gran parte della sua vita non soltanto sportiva alla figura di Silvio Berlusconi, attuale patron del club biancorosso dopo l'epopea condivisa al Milan, al quale lo legano affetto e ammirazione infiniti. Una sintonia che fu chiara su basi ideologiche fin dal primo incontro tra i due a fine anni '70, raccontato così al Corriere della Sera: "Per prima cosa mi chiese come la pensavo, io gli risposi la verità: ‘Mio padre diceva che i comunisti mangiano i bambini, e io mi sono fermato lì'. Berlusconi si alzò, venne verso di me, pensai di aver fatto una gaffe. Invece mi abbraccia e mi fa: anche il mio papà diceva così!".
"Berlusconi è la persona più buona che ho conosciuto in vita mia. È dolcissimo – spiega Galliani – Non dimenticherò mai le cose che mi ha detto sulla nostra amicizia prima del suo intervento al cuore; anche se dopo 44 anni non riesco a dargli del tu. Quando rischiai di morire di Covid, in un prefabbricato senza finestre, lui telefonava al San Raffaele ogni giorno per avere mie notizie. Mi ha insegnato mille cose".
E proprio Berlusconi è il motivo per cui Maurizio Sarri non si è seduto sulla panchina del Milan nell'estate del 2015, finendo poi al Napoli: "Cambiai idea quando lessi che aveva dichiarato: Renzi è addirittura peggio di Berlusconi. Così prendemmo Mihajlovic", svela oggi Galliani. Il compianto Sinisa ritorna nei ricordi del 78enne dirigente quando torna indietro a qualche mese fa, a un momento di grande gioia: "Alle 23.12 del 29 maggio 2022 a Pisa conquistammo la promozione in serie A col Monza. Due minuti dopo ricevo questo whatsapp: Sono molto contento per lei dottore e per il presidente, Sinisa Mihajlovic".
Galliani è una fucina di aneddoti, come quello su Arrigo Sacchi: "Urlava nel sonno, stringeva i pugni, lanciava grida disumane. In campo allenava con il megafono. Alla fine gli olandesi non lo sopportavano più". Ma c'è spazio anche per il privato, quando l'ex senatore accenna a una misteriosa donna durante la sua missione a Kiev nel 1999 per osservare Shevchenko che poi sarebbe approdato al Milan: "Passai la notte al telefono con la donna di cui ero innamorato. Chi è? Non posso dirlo". Di fronte alle insistenze, Galliani cede ma prima deve fare qualcosa: "Va bene, ma devo farmi autorizzare". Poi telefona: "Manuela, posso?". "Era Manuela Moreno, la giornalista TV. Poi però mi ha lasciato", confessa.
C'è anche spazio per un retroscena su Antonio Cassano: "Facemmo una litigata epica: aveva firmato da poco il contratto e già chiedeva il rinnovo. Ma ora siamo amici. Troppo simpatico. Un giorno Seedorf stava tenendo uno dei suoi alati discorsi, e Cassano gli fa: e tu chi sei, Obama?".
