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Sarri rivela l’unica persona a cui deve chiedere scusa nel mondo del calcio: “Ho sbagliato”

Maurizio Sarri ha rilasciato una lunga intervista parlando della Juventus e di Thiago Motta, ma anche del Milan e dei suoi sogni, e pure degli anni di Napoli. Annate meravigliose, contrassegnate anche da una scelta che oggi non rifarebbe più.
A cura di Alessio Morra
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Maurizio Sarri è uno dei tanti allenatori di prima fascia che attualmente è a spasso. Il tecnico toscano è fermo dalla scorsa primavera quando decise di lasciare la Lazio. É ai box e aspetta una chiamata importante, ma nel frattempo ha rilasciato una interessante intervista nella quale ha toccato diversi argomenti: parlando di Thiago Motta e della sua mancata rivoluzione alla Juventus, di due suoi ex presidenti De Laurentiis e Lotito, delle stagioni al Napoli e del Milan. I rossoneri hanno iniziato male il campionato e per alcuni potrebbe anche prendere in considerazione Sarri, che ha anche chiesto scusa a un suo ex calciatore.

La differenza tra la Juve di Sarri e quella di Thiago Motta

Sarri è tutt'ora l'ultimo allenatore ad aver vinto lo scudetto con la Juventus. Vinse nel 2020, ma venne comunque liquidato. Voleva fare la rivoluzione, non ci riuscì. Ora la Juve ha cambiato registro puntando su Thiago Motta, che sta cambiando anima e gioco dei bianconeri. Il paragone tra i due non esiste secondo il tecnico classe 1959, non per motivi calcistici, ma per motivazione interna al club bianconero: "I nostri sono film diversi. Quando sono arrivato io, alla Juventus non c’erano i presupposti per una rivoluzione culturale. In questo momento, invece, penso ci siano. Siamo all’inizio, ma a sprazzi si vede la volontà di Motta di fare qualcosa di diverso".

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L'elogio a Giuntoli

La rivoluzione si può fare a Torino anche grazie a Giuntoli, che Sarri ha conosciuto bene ai tempi di Napoli, come ha spiegato a La Gazzetta dello Sport: "Vincere sicuramente, non so in che tempi, ma vincerà anche con la Juve. È un direttore che capisce velocemente idee e caratteristiche dei giocatori ideali per il suo allenatore e ha un coraggio immenso, che trasmette a squadra e staff. Per la stima che ho di Cristiano, sono certo che avrà avuto le sue ragioni per dare una svolta così secca".

Sarri invece del Milan ha preferito non parlare

Il nome di Sarri è stato affiancato spesso a quello del Milan, tanto negli anni passati che nella scorsa primavera. Ma pure adesso. Fonseca ha ottenuto due punti in tre partite, pochi, non traballa, la società garantisce sulla sua stabilità, rumors, però, sul suo futuro ce ne sono. Sarri elogia la rosa dei rossoneri, parla con rispetto di Fonseca, ma evita di parlare di futuro: "Il Milan può avere una evoluzione positiva, la rosa è forte. Mi sembra brutto parlarne in questo momento, serve rispetto. Paulo Fonseca è un buon allenatore e un uomo di livello, l’ho conosciuto di persona: è all’inizio di un percorso ed è giusto che stia sereno. Non voglio entrare in questi discorsi".

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Conte e De Laurentiis

A Napoli ha vissuto anni straordinari. Ma prima di parlare delle sue annate, il tecnico ha parlato di Antonio Conte, il condottiero di oggi: "Sono ammirato da Conte. Antonio, oltre ad essere un grandissimo allenatore, ha questa capacità di far investire i suoi club. Il Napoli ha costruito una squadra forte e Antonio realizzerà un ciclo importante. Non so se vincerà subito, ma la storia di Conte è quella".

Poi parole d'elogio per De Laurentiis, che ha celebrato vent'anni di presidenza in questi giorni: "Aurelio è impulsivo caratterialmente, ma sotto la sua gestione il Napoli è cresciuto e gli sarò sempre grato per avermi fatto allenare la squadra del cuore. I suoi silenzi sorprendono, ma spero sia l’inizio di qualcosa di positivo". 

Il Pipita il migliore, e le scuse a Maggio

Parlando del suo Napoli ha raccontato di come è riuscito a convincere Higuain a restare, e per il Pipita sono solo parole d'amore: "Quando arrivai al Napoli lui voleva andare via. Lo convinsi in 5 minuti. Gli dissi: ‘Tu sei il mio centravanti ideale, segnerai una valanga di gol'. Lui è il mio centravanti ideale, ma lo è per qualunque allenatore".

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Ma un pensiero lo ha dedicato pure a Christian Maggio, che del Napoli è stato capitano e che nel giorno dell'addio al calcio, nell'ultima partita della stagione 2017-2018, con il Crotone, non entrò in campo. Maggio ci restò male, non fece la passerella. Visse da panchinaro totale il suo addio. Sarri si è pentito. "Se devo chiedere scusa a qualcuno nel calcio? A Christian Maggio. Mi sono scusato personalmente quando ci siamo rivisti qualche mese fa a Coverciano. La mia ultima partita a Napoli coincideva con il suo addio agli azzurri: preso dalla voglia di chiudere a 91 punti (che è tutt'ora il record del club ndr.) non l'ho fatto entrare. Ho sbagliato".

Sarri vuole tornare e sogna il Boca Juniors

Sarri ha 65 anni e ancora tanta voglia di tornare in panchina e ha pure un sogno, vorrebbe allenare il Boca Juniors: "Non mi vedo all'ultimo ballo. Ho ancora voglia di allenare. Le ultime coppe sono state vinte da tecnici della mia età. Spero di tornare prima di gennaio, ma dipenderà dalle situazioni, dalle offerte che riceverò, dalle motivazioni. Dalla telefonata che mi trasmetterà più adrenalina. Il Boca Juniors sarebbe un sogno finale, folle, non so se realizzabile. Qualche partita alla Bombonera sarebbe una esperienza unica". 

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