Sarri mette a posto le cose con Luis Alberto in conferenza stampa: “È un caz**ne”
Maurizio Sarri non ha mai avuto peli sulla lingua. I concetti li ha sempre espressi in maniera diretta, senza troppi giri di parole. Alla vigilia della partita di campionato con l'Atalanta (la Lazio gioca sabato sera) tocca diversi argomenti: da quanto sia difficile affrontare le squadre di Gasperini, e prende come esempio le parole di Guardiola che parlò dei match contro gli orobici "come andare dal dentista", fino al miracolo che sta compiendo la sua squadra che – a differenza di altre – non sarebbe attrezzata per andare in Champions League.
Il tecnico toscano espone le riflessioni alla sua maniera e si lascia andare del tutto quando gli chiedono un commento alla frase che Luis Alberto aveva pronunciato il giorno precedente parlando di Serie A, di carriera e, soprattutto, dei metodi adottati dall'allenatore per studiare gli avversari e rendere edotta la propria squadra sulle cose da fare. "Vediamo video quasi tutti i giorni – il racconto fatto dal centrocampista – e sono tutti video abbastanza lunghi. Ogni tanto ti cala la palpebra… ma questo fa parte del cambio di abitudini rispetto a Simone Inzaghi".
Roger, messaggio ricevuto. Sarri ne lascia filtrare un altro altrettanto efficace. In conferenza si rivolge al calciatore così: "Luis Alberto è un cazzone, si diverte ad andare controcorrente. Il 50% dei filmati che facciamo sono richiesti dai giocatori". Muto, meglio guardare e imparare (oltre a tacere)
Altro argomento caldo, questione alla quale l'ex allenatore di Napoli, Chelsea e Juventus tiene moltissimo: il campionato che sta disputando la sua Lazio va oltre ogni più rosea aspettativa. Lo fa anche per stemperare la pressione che c'è intorno ai capitolini nella corsa al piazzamento tra le prime quattro posizioni che spalancano le porte (e aprono i cordoni della borsa) della Champions.
Quando gli chiedono se è un obiettivo possibile, Sarri lo dice fuori dai denti: "Gli obiettivi devono essere credibili. La Lazio non è tra le prime 4 squadre né per stipendi né per fatturato. Non abbiamo alcuna responsabilità di questo tipo. Un conto sono obiettivi credibili, un altro i sogni".
Mette le mani avanti perché sa che lassù un minimo passo falso può essere fatale (basta guarda cosa sta accadendo al Milan) e spesso la Lazio ha avuto un rendimento a singhiozzo, capace di discese ardite e tonfi clamorosi come di imprese spettacolari. "La squadra ha voglia e fame. Se non sempre riusciamo a dimostrarlo è perché abbiamo qualche limite. Stiamo facendo una stagione in cui non abbiamo potuto contare su Immobile in forma migliore. Se lo avessimo avuto al 100%, avremmo segnato di più". Sotto con la ‘dea'.