Sarri è scontento del calendario della Lazio: “Potevano farci giocare contro il Real Madrid”
La Lega ha pubblicato il nuovo calendario della Serie A e immediata è arrivata la reazione di Maurizio Sarri. L'allenatore della Lazio si prepara ad affrontare la sua terza stagione nella capitale e nel prossimo campionato la sua squadra sarà chiamata ad affrontare grandi sfide per potersi riconfermare e fare meglio dell'ultimo anno, chiuso con un soddisfacente secondo posto in classifica.
I biancocelesti hanno bruciato tutta la concorrenza, ottenendo il primo piazzamento utile alle spalle dell'irraggiungibile Napoli e l'accesso alla prossima Champions League, obiettivo fondamentale anche per il campionato che è alle porte.
La stagione non è ancora formalmente iniziata ma Sarri ha già qualcosa da rimproverare: nel corso di una lunga intervista concessa a Sportitalia l'allenatore ha parlato del mercato, delle sue rivali in Italia e dei progetti futuri, senza però risparmiarsi una stoccatina al calendario e al sorteggio che non lo ha pienamente soddisfatto.
"Menomale che siamo arrivati secondi. Se fossimo arrivati ottavi ci facevano giocare in deroga a Madrid contro il Real", ha detto ridendo il toscano che si è lamentato degli accoppiamenti nelle prime giornate del calendario: "Il calendario è pesantissimo per quanto ci riguarda, ancora ho dato un’occhiata solo superficiale. Pesante perché nelle prime sette/otto partite affrontiamo quattro grandi squadre".
Nelle prime otto giornate della prossima stagione la Lazio affronterà Lecce, Genoa, Napoli, Juve, Monza, Torino, Milan e Atalanta, un mix tra gare abbordabili e big match che metteranno subito alla prova i biancocelesti.
La squadra è reduce dal secondo posto in campionato ma questo non permetterà a Sarri di affrontare con maggiore serenità la prossima stagione, dato che le insidie sono dietro l'angolo. L'allenatore ammette anche di aver avuto un pizzico di fortuna: "Noi siamo arrivati secondi perché abbiamo fatto bene, però non possiamo neanche negare che siamo andati sull’onda di squadre che hanno fatto meno di quello che potevano fare".