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Santi Cazorla oggi guadagna 93mila euro, lo stipendio minimo: “Vorrei giocare gratis ma è vietato”

L’ex calciatore di Arsenal e Villarreal, vincitore di due Europei con la Spagna, è tornato a casa. Santi Cazorla a 39 anni veste la maglia del Real Oviedo, con il club della sua infanzia avrebbe voluto giocare gratis.
A cura di Alessio Morra
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Santi Cazorla è stato un calciatore di altissimo livello. Ha vinto tanto, ha conquistato due Europei con la Spagna e giocato tanti anni con l'Arsenal, è ancora un calciatore, gioca con il Real Oviedo, club con cui ha iniziato a giocare quando aveva appena 12 anni e che oggi, a 39 anni, sta cercando di riportare nella Liga. Il centrocampista spagnolo ha rilasciato una lunga intervista, nella quale ha detto cose tutt'altro che banali e ha dichiarato anche che se fosse per lui giocherebbe gratis.

Quattordici trofei vinti in carriera, partite giocate ovunque. Un rimpianto enorme: i Mondiali del 2010. Ma può consolarsi con gli Europei vinti nel 2008 e nel 2012 con una squadra ricca di fenomeni, tante stagioni all'Arsenal, ma pure al Villarreal, ora è tornato a casa, nel vero senso della parola, perché a Oviedo ha iniziato a giocare e lo storico club asturiano vuole riportarlo nella Liga – la lotta è serrata con le prime undici della classifica in dodici punti. Il Real Oviedo è quinto, ma a un passo dalla Segunda Division.

Il centrocampista ha rilasciato una intervista molto bella al Daily Mail nella quale ha parlato di tutta la sua carriera, in particolare degli anni all'Arsenal, ma pure dei Gunners di oggi guidati dall'amico Arteta, che aveva le qualità per fare l'allenatore già anni fa. Ma non ha dimenticato i primi anni con il Real Oviedo quando poteva vedere da bambino da vicino uno dei suoi idoli: Robert Prosinecki.

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Ha un amore vero per il club che lo ha portato nel grande calcio. Una società ricca di storia che dopo essere finita in quarta serie è risalita e ora sogna in grande. Per il Real Oviedo sarebbe stato disposto a giocare pure gratis, ma ahi lui non ha potuto farlo. Perché le regole non glielo permettono, e quindi è stipendiato con il minimo salariale, che ammonta a 93.000 euro.

Quando gli è arrivata la proposta, è stata la moglie a dirgli di accettare giocando gratis, ma poi è cambiato tutto: "Giocherei gratis ma non è permesso. In estate mi hanno fatto una buona offerta. Mia moglie ha detto: ‘No, no, non vai a Oviedo per guadagnare, vai a casa per godertelo, per aiutare, per dare'. Ho chiamato il mio agente e gli ho detto che non volevo soldi. Non era possibile. Ho detto al presidente, ok, stipendio minimo, 10% delle maglie vendute all'accademia. È stato fatto tutto in quella notte".

Ora, lui che ha vinto tanto e giocate partite importanti, ha una missione portare dalla Segunda Division alla Liga il Real Oviedo: "Questa è la sfida più grande che ho avuto e questa responsabilità pesa. All’inizio ero un po’ spaventato. Non sai se sei abbastanza bravo, non sono allo stesso livello, soprattutto fisicamente, a 38 anni, da tre anni in serie minori. Avevo un problema al pube, non ho fatto il pre-campionato e la squadra era in difficoltà. Mi sentivo ancora peggio perché non potevo aiutare".

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Giocare in Segunda Division e con l'Oviedo è stimolante, ma anche piacevole perché in campo trova tanto rispetto: "Al minimo calcio, gli avversari chiedono scusa. Prima non mi rispettavano così tanto. Tutti vogliono la mia maglia". Il futuro per ora è un'incognita: "Va tutto così veloce. Ora ho 39 anni, vediamo se raggiungiamo con l'Oviedo la Liga, poi si vedrà".

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