Sandro Tonali: “È stato un arbitro a introdurmi nelle scommesse. Avevo un debito di 500mila euro”

Il nome di Sandro Tonali nell'inchiesta di scommesse illecite non è per nulla nuovo: l'ex Milan oggi al Newcastle ha dovuto scontare anche una pesantissima squalifica oltre che sottoporsi ad un programma riabilitativo contro la ludopatia. A distanza di mesi, però il suo insieme a quello di Nicolò Fagioli – anch'egli a suo tempo coinvolto in prima persona nello scandalo – è tornato alla ribalta a seguito della notizia secondo cui la Procura di Milano, a ridosso della medesima inchiesta, ha sequestrato n milione e mezzo di euro, richiesto cinque arresti domiciliari e indagato una dozzina di calciatori che giocano o hanno giocato in Serie A, per scommesse illegali. E tra i verbali spunta anche il racconto dello stesso Tonali che spiega come venne introdotto: "Fu Pietro Marinoni, arbitro"
Tonali e l'arbitro che lo introdusse nel giro di scommesse illegali
L'ex centrocampista del Milan, Sandro Tonali era stato interrogato nell'ottobre 2023 dalla Procura di Torino e il verbale di quanto raccontato dal giocatore è stato messo agli atti da quella di Milano cui è stato trasmesso il fascicolo con l'attuale coinvolgimento di ulteriori calciatori. Un resoconto in cui, in modo dettagliato e con nomi e cognomi, Tonali spiega il "metodo" fraudolento, cui è stato introdotto da un ex arbitro: Pietro Marinoni. "Chi mi ha iniziato alle scommesse è stato Pietro Marinoni che è del mio paese e che è andato a scuola con mia sorella. All'epoca faceva già l'arbitro".
Come funzionavano le giocate: applicativi, siti pirata e link privati
Tonali ha spiegato ai pm come il Marinoni, anch'egli indagato, provvedeva a gestire gli affari di scommesse illecite: "All'inizio la scommessa non funzionava come l'ultimo periodo ma mi avvalevo di un applicativo ‘Snai'. Quindi inviavo con WhatsApp a Pietro Marinoni la scommessa e quest'ultimo andava in agenzia". Un sistema per conto terzi che tecnicamente sollevava Tonali da un coinvolgimento personale e diretto. "Così si è andati avanti fino al 2020 quando è nato ‘Worldgame365" racconta sempre Tonali. "Questo sito non era accessibile a tutti ma era necessario ricevere un link per potervi accedere, il quale mi è stato inviato per la prima volta da Marinoni. Non mi è stato mai richiesto il saldo del debito con delle minacce, ma mi hanno proposto il saldo in forma rateale. Sono arrivato ad avere un debito nei loro confronti di 500.000 euro. Il loro obiettivo era di farmi continuare a scommettere, non mi hanno mai sollecitato alcun pagamento".
Le chat su Whatsapp e la gioielleria a cui pagare i debiti
Nel verbale, il riferimento all'applicazione di messaggistica WhatsApp è particolarmente rilevante perché era il mezzo tramite il quale avveniva il giro di scommesse e la gestione dell'immenso giro di denaro: "Si rappresenta che Tonali, Fagioli e Marinoni avevano anche un gruppo WhatsApp all'interno del quale si organizzavano per il pagamento dei debiti di gioco" scrivono i pm che poi riferiscono di una serie di altri gruppi creati ad hoc sull'argomento scommesse. Che avveniva anche attraverso fittizi pagamenti: "Non ho mai smesso di scommettere fino ad una settimana prima del sequestro. Sono arrivato ad avere un debito nei loro confronti che ho pagato in parte nel metodo descritto e in parte con delle vincite". E il "metodo descritto" erano i soldi girati ad una gioielleria del milanese, utilizzata come una banca che gestiva il traffico: finta vendita di orologi e monili di lusso, mai consegnati ma utilizzati come la causale per i bonifici, con cui saldavano parte dei loro debiti.