Sampdoria, Ranieri: “Si torna a giocare? Bene, ma il campionato sarà comunque falsato”
Ripartire per finire la stagione. E' questo l'imperativo del calcio, non solo italiano, ribadito nelle ultime ore anche dal Presidente della Figc, Gabriele Gravina. Secondo le misure sanitarie imposte dal Governo e seguendo ogni prevenzione possibile, ma l'obiettivo è dichiarato. Così, la Serie A ripartirà, a costo di giocare anche in estate, riducendo la parentesi di mercato e arrivando a ridosso della prossima.
Non ci sono certezze, né date, ma solo una nuova deadline imposta della Autorità: il 3 maggio. E' l'ultima scadenza con cui fare i conti e che il calcio attende con ansia per poter, almeno, riprendere ad allenarsi, seguendo le direttive, in attesa di tornare allo stadio per le gare ufficiali che potrebbero riprendere tra fine maggio e inizio giugno. A porte chiuse, forse in impianti a campo neutro, di certo con la convinzione che possa essere un passo verso la normalità.
Ranieri pronto a scendere in campo
Per molti, ma non per tutti, perché tra i tanti che spingono per un pronto ritorno c'è chi frena e non è d'accordo. Il presidente del Brescia, Cellino, ad esempio che sarebbe pronto a dare battaglia per non fare scendere in campo di nuovo la propria squadra. O il tecnico della Sampdoria, Claudio Ranieri, che non si oppone ad una ripartenza ma confessa come la stagione sia comunque da considerarsi conclusa: "Ripartire dopo due mesi è una falsa partenza".
Una falsa ripartenza con equilibri alterati
Il concetto sul quale si poggia il pensiero del tecnico blucerchiato è semplice quanto realistico: ripartire dopo uno stop di due mesi significa iniziare una nuova preparazione, ricreare equilibri differenti, giocarsi un mini campionato a sé stante: "Cambieranno gli equilibri, le priorità, le gerarchie. Ci sarà chi partirà meglio, chi peggio, chi non riuscirà a reggere il ritmo e chine approfitterà".
Le scelte che farà il calcio saranno di opportunismo? Di romantico nel calcio non è rimasto nulla. Ma io non giudico, sono un semplice tecnico: le scelte le faccio prendere a chi ne ha autorità
I problemi di tornare a giocare, tra caldo, preparazione e nuove regole
Uno scenario per Ranieri, quasi apocalittico, per il gioco, lo spettacolo ma anche per gli stessi calciatori: "Sono uomini, non macchine. Non si potrà pretendere di spingerli al massimo come delle Formula1. Giocare tre partite a settimana dopo un solo mese di ripresa degli allenamenti? Giocare sotto il caldo dell'estate? Allora dateci una mano, facciamo in modo che ci siano almeno cinque cambi a partita".
Una stagione nell'anno solare, la soluzione più realista
E se non si ripartisse? Per Ranieri non sarebbe un dramma, si potrebbe studiare la prossima stagione con più calma: "Si potrebbe davvero disputare il campionato 2020/2021 nell'anno solare, dopotutto in inverno ci sono anche i Mondiali, non è una idea da scartare. Ma io sono un semplice allenatore, mi affido alle decisioni di altri, delle autorità, della Federazione. Si è detto che si tornerà a giocare? Che si giochi, allora".