Sampdoria a rischio fallimento: 200 milioni di debiti, anche l’ultimo acquirente si è defilato
Sempre più drammatica la situazione in casa Sampdoria e non solamente sul fronte sportivo dove la squadra milita in piena zona retrocessione, al penultimo posto in classifica. Ciò che fa tremare i tifosi è la situazione debitoria del club che ha come unica soluzione al fallimento, la cessione. Il tempo stringe e di acquirenti non ce ne sono: anche l'ultimo si è defilato dopo un debole interesse e il clima di tensione e di frustrazione oramai ha raggiunto i massimi livelli.
Dejan Stankovic ha sottolineato più e più volte che non lascerà nulla di intentato finché il campo gli darà la possibilità di credere nella salvezza. Ma anche l'ex centrocampista sa che l'obiettivo di restare in Serie A è legato ad un filo che di domenica in domenica si assottiglia e che se venisse raggiunto forse non sarebbe sufficiente comunque a rivedere i colori blucerchiati iscritti per la prossima stagione. Il guado da superare nei prossimi 4 mesi è infatti ben più ostico del raggiungimento del quartultimo posto in classifica.
Alle porte c'è il sempre più reale rischio del fallimento. La situazione è drammatica a guardare i bilanci attuali e quelli delle ultime due stagioni: il 2021 si era chiuso con 205 milioni di passivo, che il CdA attuale non ha incrementato ma che è comunque aumentato rispetto al precedente, del 2020 quando il bilancio era di -175 milioni. Ciò significa che nel 2021 il contestatissimo presidente Massimo Ferrero era uscito di scena dalla gestione diretta, aumentando i debiti di 30 milioni. Un vuoto che deve essere colmato entro il prossimo 6 giugno, data ultima – due giorni successivi alla chiusura dell'attuale stagione – per rimettere i conti a posto.
Il Tribunale di Genova ha infatti fissato in 120 giorni il tempo ritenuto necessario e sufficiente in cui è precluso ai creditori di poter presentare istanza di fallimento nei confronti della società. La misura di composizione negoziata della crisi, presentata dal CdA è stata quindi accolta ma la "rilevanza dell'esposizione debitoria complessiva pari a circa 200 milioni di euro" individuata in tribunale hanno portato alla conclusione che l'unica via da proseguire non può "che passare, come correttamente individuato dalla ricorrente, nella cessione (in senso ampio) della società sportiva". Le attuali "misure di protezione" adottate, sono dunque temporanee, anche la dilazione dei pagamenti dei giocatori.
La Sampdoria ha corrisposto a metà febbraio gli stipendi di ottobre e novembre a giocatori e allo staff tecnico, evitando i rischi di possibili penalizzazioni in classifica, stipulando accordi individuali con la rinuncia alla mensilità di dicembre, che si tradurrà in un bonus a fine stagione in caso di salvezza. La prossima scadenza alle porte sarà quella del 16 maggio quando dovranno essere saldate le prime tre mensilità del 2023 per un totale vicino agli 11 milioni di euro. Intanto, però, si continua a lavorare dietro alle quinte per l'obiettivo più importante: la cessione.
Negli scorsi mesi, la Sampdoria sembrava essere società con diversi possibili acquirenti. Si sono fatti nomi di aziende importanti come il Fondo Cerberus e Redstone, poi Alessandro Barnaba e la sua Merlyn Advisor, infine ed Ernesto Furstenberg Fassio, il presidente di Banca Ifis – già sponsor di maglia della prima squadra – che ha smentito il proprio coinvolgimento a livello finanziario personale rispetto alle vicende societarie del club. Tutti defilatisi, come l'ultimo nome importante accostato al possibile acquisto del club: Massimo Zanetti, proprietario della Segafredo che si è fermato anche lui sull'uscio. Non ha voluto approfondire il dossier blucerchiato, declinando ogni interesse per l'acquisizione del club. Che resta in acque agitate, con la data del 6 giugno che si avvicina inesorabilmente.