Samp-Verona rinviata, Veloso: “Vergogna. Noi, club e calciatori, trattati come giocattoli”
In trasferta da tre giorni per non giocare. Quando i calciatori del Verona hanno appreso che la partita di Genova contro la Samp non si sarebbe giocata null'altro hanno potuto fare che caricare i bagagli a bordo del bus e fare ritorno a casa. Una situazione surreale vissuta passando il tempo ad allenarsi senza la certezza che sarebbero andati in campo e con la consapevolezza che l'emergenza Coronavirus (qui tutti gli aggiornamenti in tempo reale sulla situazione) ha rimesso tutto in discussione.
Domenica sera il rinvio di Samp-Verona
Le parole del Presidente della Regione Liguria, Toti, e l'incertezza dei provvedimenti adottati dalla Lega di Serie A (inizialmente il match era previsto a porte chiuse) avevano alimentato forti perplessità sulla possibilità che a Marassi ci sarebbe stato regolarmente il fischio d'inizio del posticipo del 26simo turno di campionato. La beffa è stata ufficializzata nella serata di domenica, dopo una giornata convulsa a causa delle forti polemiche scandite dal botta e risposta tra l'Inter e i vertici di via Allegri.
Lo sfogo di Veloso nella story di Instagram
Una beffa dinanzi alla quale il capitano dell'Hellas, Miguel Veloso, ha reagito in maniera stizzita. Lui come i compagni di squadra. Lui come i giocatori di altre squadre disorientati e "incazzati" per l'incoerenza gestionale da parte della Lega. Durissimo lo sfogo sui social del centrocampista che ha affidato le proprie proteste a un lungo post pubblicato in una story su Instagram.
Una settimana per dire se scendere in campo o meno. La squadra, lo staff, gli addetti ai lavori – si legge nella story pubblicata su Instagram dal calciatore -. Tutti a Genova dalle 17.00 senza avere notizie certe. Ora tutti sul Pulmann in direzione Verona, io trovo che questa situazione sia vergognosa e una grandissima mancanza di rispetto per tutte le persone coinvolte. In un momento così delicato ed importante per tutte le famiglie italiane, almeno le autorità potrebbero di evitare di dire una il contrario dell’altra e trattare persone e intere società sportive come se fossero giocattoli.