Salta la trattativa con Rangnick, il Milan dovrà pagare una penale di 2 milioni
Tutto in una serata. La rivoluzione che era stata annunciata con l'arrivo di Ralf Rangnick al Milan s'è rivelata incompiuta. La trattativa è saltata, il manager – che in rossonero reclamava pieni poteri, dal campo alla direzione del mercato – non si muoverà dal Lipsia e contestualmente i rossoneri hanno annunciato il rinnovo ufficiale del contratto di Stefano Pioli. A far pendere l'ago della bilancia dalla parte dell'allenatore italiano sia la fiducia meritata per come ha condotto la squadra in queste settimane sia le difficoltà sorte nella transazione con il tedesco.
A confermare quella che era rimbalzata in Italia come un'indiscrezione (grazie al giornale Kicker) era stato lo stesso procuratore di Rangnick, Marc Kosicke: "L'Ac Milan e Ralf Rangnick hanno concordato che non è il momento giusto adesso e che non c'è lo slancio per lavorare insieme. Pertanto, e tenendo conto del buono sviluppo e dei risultati con il coach Pioli, è stato deciso che Ralf Rangnick non avrà alcuna funzione al Milan". Poco dopo il triplice fischio della gara contro il Sassuolo era il comunicato ufficiale dei rossoneri che metteva la parola fine sulla questione ribadendo la fiducia assoluta nei confronti dell'allenatore attuale.
"Questa non è una decisione basata sulle recenti vittorie, ma sul modo in cui Stefano ha costruito spirito di squadra e unità di intenti, il modo in cui ha migliorato le prestazioni dei singoli giocatori e del collettivo", ha ammesso l'ad milanista, Ivan Gazidis. La rinuncia e il cambio di rotta, però, non saranno indolori a causa della somma di 2 milioni di euro che andrà versato a Rangnick. Perché? Il club rossonero dovrà farlo in base al pre-accordo raggiunto qualche tempo fa e che adesso andrà indennizzato con la cifra messa a suggello dei patti. È cambiato tutto, la rivoluzione è fallita. O è appena cominciata?
