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Sacchi vede qualcosa nel Milan che lo fa inorridire: “Ma che roba é?”. E attacca Pioli su Calabria

Stefano Pioli è già sulla graticola, anche Arrigo Sacchi spara a zero sul Milan dopo la disfatta nel derby contro l’Inter.
A cura di Paolo Fiorenza
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Non è stato un weekend felice per il Milan, che sabato scorso ha incassato cinque palloni nella stracittadina con l'Inter: è stata la quinta sconfitta in altrettanti derby di Milano giocati nel 2023, un record personale di cui Stefano Pioli avrebbe fatto volentieri a meno e per il quale ha fatto ammenda nella conferenza di vigilia del match di Champions contro il Newcastle: "Sento il peso degli insuccessi nei derby e se potessi cambierei questi risultati. Con i tifosi sono in debito".

L'arrivo di Ibrahimovic a Milanello ha fatto inevitabilmente pensare alla convocazione di un ‘comitato di crisi' per cercare di trovare la strada giusta nel difficile frangente, ma una frase detta non casualmente da Pioli ha provato a spazzare via questa interpretazione data alla visita del totem svedese: "Zlatan doveva venire prima del derby, ma ha avuto un impegno ed è venuto oggi".

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Quello che non si può negare è il primo momento problematico in questa stagione per la squadra di Pioli, surclassato ancora una volta da Inzaghi con lo stesso identico copione tattico delle altre volte. A metterci il carico ci ha pensato poi Arrigo Sacchi nella sua disamina del match, sparando a zero sulla prova dei rossoneri: "È semplice dire cosa è successo. In campo c'era una squadra che faceva della modestia e dell'attenzione le qualità principali, l'Inter. E una squadra, il Milan, che pareva leggera, forse persino presuntuosa, confusa, superficiale. La lista degli errori rossoneri è lunga: pressing inesistente, attaccanti quasi mai presenti in fase difensiva, marcature approssimative, squadra lunga, mancanza di collaborazione tra i reparti, poca chiarezza di gioco. Vado avanti?".

Sacchi non può salvare Pioli dal naufragio: "È colpa di tutti. Spero proprio che Pioli non sia in confusione, però di certo ha sbagliato partita. Bisogna che lui sia il primo a essere convinto delle cose che fa e poi trasmetta questa convinzione ai giocatori. Nel derby, giocando in quel modo, l'allenatore non ha dato certezze alla squadra. Il Milan, se vuole avere successo, dev'essere un collettivo nel quale tutti partecipano alla fase offensiva e difensiva. Chi è d'accordo con Pioli, bene. E chi non è d'accordo sta fuori".

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C'è una cosa in particolare che ha fatto inorridire Sacchi guardando la partita: "Io ho visto che quando avevano il pallone i rossoneri lanciavano lungo. Ma che roba è?". L'ex Ct azzurro non può non ribadire le sue regole auree per distillare calcio con la C maiuscola: "Sabato il Milan era una squadra che aveva undici giocatori sparpagliati sul campo, senza logica e senza organizzazione. Si sperava nello spunto di Leao, nella corsa di Hernandez, nel colpo di testa di Giroud… Ma lo si vuole capire che il calcio è un fatto collettivo, che sono necessari i raddoppi di marcatura, che i reparti devono aiutarsi tra loro e, per farlo, è necessario che siano vicini? Non si può avere una squadra lunga 50 metri come il Milan. L'Inter ha vinto perché è stata una squadra compatta, determinata, umile. Ha fatto poche cose, ma chiare e semplici".

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Nell'intervista alla Gazzetta dello Sport, viene chiesto a Sacchi cosa pensa dei terzini che in impostazione fanno i mediani, come visto nel Milan del derby, ed è l'occasione per una critica circostanziata a Pioli: "Calabria, da ragazzo, era un centrocampista, però adesso fa da tanto tempo il terzino e allora facciamogli fare quel ruolo senza mandarlo in confusione. Sono favorevole alle novità, denotano una volontà di progresso. Ma prima di tutto ci deve essere la base, il collettivo. Dopo si può pensare alle varianti. La lezione può essere utile se allontana la superficialità, il pressapochismo e la presunzione".

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