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Morte di Silvio Berlusconi

Sacchi ricorda in lacrime Berlusconi: “Quando mi prese gli dissi ‘lei o è pazzo o è un genio'”

Arrigo Sacchi ha ricordato Silvio Berlusconi dopo la notizia della morte del Cavaliere all’età di 86 anni: “L’amico geniale al quale devo tutto”.
A cura di Vito Lamorte
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"Sto male, nonostante tutto non me l'aspettavo". Arrigo Sacchi non è riuscito a trattenere le lacrime mentre ricordava Silvio Berlusconi. L'ex presidente del Milan e attuale proprietario del Monza è morto all'età di 86 anni e il tecnico di Fusignano al telefono con l'agenzia ANSA lo ha definito "l'amico geniale al quale devo tutto".

L'ex allenatore del Milan ed CT della Nazionale ha proseguito così il suo ricordo: "Silvio Berlusconi è stato un uomo generoso  ed ha cercato di cambiare questo Paese difficile, formato da individualisti. Lo era anche lui? No, pensava di insieme e vedeva lontano: quando mi prese gli dissi ‘lei o è pazzo o è un genio'". Visti i risultati, datemi voi la risposta…".

Berlusconi chiamò Sacchi alla guida del Milan perché aveva un'idea precisa su come la sua squadra dovesse giocare e grazie al tecnico di Fusignano, che l'aveva impressionato col suo Parma, riuscì in poco tempo a raggiungere il tetto del mondo anche grazie ad ingenti spese sul mercato.

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C'è un aneddoto in particolare che fa capire il legame che c'era tra Arrigo Sacchi e Silvio Berlusconi ed è datato 1987, quando l'allenatore voleva l’innesto di Frank Rijkaard mentre il presidente voleva che l'argentino Claudio Borghi diventasse parte del progetto.

Sacchi raccontò che "Borghi non era funzionale per il nostro gioco, era un buon giocatore ma non c’entrava nulla con quel Milan" ma, nonostante Berlusconi era convinto che Borghi fosse un grande giocatore, alla fine si fidò di Sacchi e dopo aver mollato sull'argentino arrivò il terzo olandese di quel Milan di leggende.

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Le sue intuizioni portarono il presidente a fidarsi del tecnico che aveva scelto e lo stesso Sacchi raccontò di una riunione nel suo studi alla Milano Football Week: "Berlusconi era un grande presidente, fece un intervento che durò venticinque secondi. Ci fece salire tutti nella sala vicino il suo studio. Entrò, ci diede il buongiorno e poi disse: ‘Io mi fido di Arrigo, chi di voi lo seguirà rimarrà e chi non lo seguirà se ne andrà, buon lavoro a tutti'".

Quel Milan è entrato nella storia ed è stato inserito nel podio delle più grandi squadre della storia del calcio.

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