Sacchi cambia idea su Inzaghi e l’Inter: “Simone stratega, la sua squadra farà paura a tutti”
Arrigo Sacchi non era stato tenero nei confronti dell'Inter: riteneva che fosse il talento dei singoli a farne le fortune e non le qualità del collettivo. Una bacchettata sulle mani dell'allenatore, Simone Inzaghi, che nella scorsa edizione della Champions portò la squadra in finale (persa di pochissimo con il Manchester City) e oggi, al netto del primato in classifica in Serie A, regala ancora soddisfazioni in Coppa.
Può essere letta anche sotto questa ottica la replica che il tecnico nerazzurro spedì al mittente parlando di "vedute diverse", opinioni personali legittime e poi tagliò corto: "Sono soddisfatto del mio percorso e di quello che mi stanno dando i ragazzi, in due anni e mezzo abbiamo fatto buone cose”.
A leggere oggi il giudizio dell'ex allenatore del grande Milan e ct della Nazionale si resta spiazzati. Prende a esempio la prestazione contro il Benfica e, più ancora per la vittoria, esprime consensi per l'approccio, la mentalità, la qualità e il gioco sfoggiati al punto da sottolineare come questa Inter "farà paura a tutti" e di come la sua partita sia stata "un esempio di come si deve interpretare una sfida internazionale".
Stefano Pioli deve aver sentito uno strano ronzio nelle orecchie…: in due gare in Europa (l'ultima, a Dortmund) la sua squadra non ha segnato gol e rischia di veder compromesso tutto già a inizio novembre, complice la duplice sfida col Paris Saint-Germain (tornato in Francia con le ossa rotte dal Newcastle). Per lui niente elogi (almeno per adesso) ma solo un paniere di rimpianti e la vocina di Seedorf che gli ricorda a fine incontro quanto sia importante avere un certo tipo di mentalità per affrontare incontri del genere.
"Dopo il gol hanno continuato ad attaccare, ad aggredire, non si sono mai fermati. Bravissimi – ha aggiunto Sacchi, nella disamina dedicata ai nerazzurri sulla Gazzetta -. Se, invece, dopo il gol del vantaggio di Thuram, fosse arretrata e avesse soltanto pensato a difendersi, chissà che cosa sarebbe successo".
E Inzaghi, che s'era sentito punto nell'orgoglio, adesso gonfia il petto e può incassare i complimenti. "Inzaghi è stato uno stratega. Questo è il metodo giusto se si vuole vincere, convincere e crescere". Dove può arrivare la sua squadra? Era già arrivata lontanissimo, laddove nessuno lo immaginava, l'anno scorso. E non fosse stato per quella fucilata di Rodri chissà cosa sarebbe potuto accadere… "Nessuna impresa le è preclusa. Ha i numeri per affrontare qualsiasi avversario e per sconfiggerlo, a patto che si comporti come ha fatto martedì sera a San Siro".