Sabiri a Fanpage: “Zidane e Ronaldinho idoli, la Samp è la cosa migliore che potesse capitarmi”
“Il trequartista è morto”. Oppure. “Oggi non esiste più il classico numero 10”. Quante volte abbiamo sentito queste parole? Ormai è impossibile contarle. Se è vero che l’esasperazione di alcuni principi tattici ha portato ad un inquadramento diverso dei calciatori con maggior talento, ci sono calciatori che riescono a convincere i loro allenatori che è giusto concedergli un determinato spazio e una certa libertà di movimento. In Serie A, in questo momento, uno di loro è Abdelhamid Sabiri. Arrivato a gennaio dall’Ascoli, questo ragazzo nato in Marocco ma cresciuto in Germania è approdato alla Sampdoria e dopo un lungo girovagare sembra essere pronto per il grande salto.
Questo classe 1996 prima di approdare in Italia si è fatto notare tra Germania e Inghilterra, ma non sempre con la stessa continuità e la stessa qualità nel modo di giocare. È passato dalla quinta divisione tedesca alla Premier League in due anni, partendo dal Siegen e arrivando all’Huddersfield Town con un breve passaggio al Norimberga. L’esperienza oltre la Manica lo aiuta a crescere ma è fatta di troppi alti e bassi, per questo decide di tornare in Bundesliga. Con il Paderborn retrocede, ma la sua stagione non è negativa, con 4 gol e 1 assist in 24 partite di campionato e prestazioni davvero interessanti.
Il passaggio all’Ascoli prima di approvare alla Samp è storia recente. Al di là delle discussioni con la società, Sabiri con la maglia del Picchio è riuscito a mettere in mostra le sue caratteristiche principali: alla buona visione di gioco e ottima tecnica nello stretto, abbina una tecnica di base eccellente con entrambi i piedi e un gran tiro dalla distanza ma pecca un po’ in velocità. I numeri con i blucerchiati finora sono di un gol e un assist in 6 presenze ma con il passare dei match Sabiri sembra sempre più dentro i meccanismi della squadra di Marco Giampaolo.
Il tecnico del Doria potrebbe cambiare il suo modulo preferito per inserirlo definitivamente nella formazione titolare, passando dal 4-3-1-2 al 4-3-2-1 già visto in casa del Venezia e dove Sabiri ha avuto più libertà di esprimersi, muovendosi quasi da seconda punta più che da trequartista.
A Fanpage.it Abdelhamid Sabiri ha parlato del suo approccio con la Serie A e con il mondo Samp, ci ha confessato i suoi idoli da ragazzino e perché ama così tanto fare tunnel agli avversari.
Com’è stato il suo impatto con la Serie A?
"Prima di tutto sono molto felice di essere qui. Il mio obiettivo è sempre quello di aiutare la squadra: è quello che sto cercando di fare ed è quello per cui mi sto allenando. In questo momento sono molto felice di essere qui e di poter aiutare la squadra".
Quali sono state le differenze più grandi che ha trovato, almeno finora, tra il calcio italiano, la Premier e la Bundesliga?
"Penso che siano tre leghe completamente diverse. La Bundesliga è un campionato diverso dalla Premier League e anche da quello italiano ma penso che la Serie A sia il calcio che mi si addice di più: per questo sono molto felice di essere qui. È un calcio tecnico con molta tattica e penso di avere molto da migliorare, anche con il nostro allenatore che è molto attento a tutti i dettagli. Per questo sono felice di essere qui".
Ha giocato sia da trequartista che da seconda punta: in che ruolo si trova più a suo agio?
"Si, ho giocato sempre da numero 10 e ho giocato sempre lì nella mia carriera. Non avevo mai giocato da attaccante prima di Venezia. Il mio obiettivo è quello di aiutare la squadra e dove il mister mi dice di giocare, io lo faccio".
‘Sono qui per diventare importante', le sue parole alla presentazione: cosa pensa possa darle la Samp per crescere?
"Per me è sempre così e ogni volta che vado in un club cerco di essere importante per la squadra. Questa è la mia ambizione e cerco sempre di dare la versione migliore di me, credo in me stesso e lo so quando gioco a football. Quando mi danno fiducia cerco sempre di restituire qualcosa e questa è la mia ambizione, quindi quando sono venuto qui ho detto che volevo essere importante per il club. Non lo sono ora, ma in futuro vorrei esserlo".
L’aveva cercata anche il Genoa, ma ha preferito la Sampdoria: ci spiega la sua scelta?
"Non voglio parlare del passato e penso che essere alla Sampdoria sia la cosa migliore che potesse capitare nella mia vita. Quindi in questo momento sono solo felice di essere qui e non voglio parlare di quello che è successo prima".
L’Italia l’ha conosciuta ad Ascoli, che esperienza è stata e cosa le ha lasciato?
"Ascoli è stata un'esperienza molto positiva, ero troppo felice di giocare lì perché è un club importante. Il presidente Pulcinelli mi ha aiutato molto e sono felice che sia stato il mio primo club in Italia".
Ad Ascoli è finito anche fuori rosa: che momento è stato per lei?
"Abbiamo avuto qualche problema con la società perché stavamo facendo male nell'ultimo anno ma tutto è rientrato e sono molto contento per l'esperienza che ho fatto".
Ci sono dei calciatori a cui si ispira? Chi sono i suoi idoli?
"Zidane e Ronaldinho sono i miei calciatori preferiti. Mi piace anche Cristiano Ronaldo ma i miei preferiti restano Zizou e Dinho".
Preferisce più fare gol o far segnare i suoi compagni?
"Secondo me è uguale. Certo, far gol rende sempre più felice ma un assist per un compagno, come accaduto a Venezia, per me è qualcosa di importante".
Il tunnel è una giocata che prova e trova spesso: c’è un motivo preciso o casualità?
"Fare una giocata del genere dimostra intelligenza perché sai dove l’avversario metterà la gamba e ti aiuta a superarlo. L’ho imparato per strada con i miei amici, dove tunnel era meglio di un gol. Adesso non è più così, adesso conta fare gol".
Quali sono i piani di Sabiri per il futuro?
"Penso step by step, non guardo troppo lontano. Il primo obiettivo è diventare un calciatore importante della Sampdoria. Mi piacerebbe giocare il Mondiale con il Marocco ma devo fare bene qui per poter essere preso in considerazione".