Sabatini racconta il lato oscuro del calcio: “Ti facevano siringhe e non sapevi cosa iniettavano”
Ascoltare certi racconti da chi nel calcio c'è da sempre, prima da giocatore e poi da dirigente, fa accapponare la pelle. Se a parlare è Walter Sabatini, che del mondo del pallone ha attraversato varie epoche, allora i brividi corrono lungo la schiena per le cose che dice su questioni come l'uso (e l'abuso) dei farmaci nello spogliatoio e ragionamenti che sfiorano il doping. "Non parlo di questo perché non ho prove di effetti dopanti – ha ammesso nell'intervista a Il Foglio -. Ma in passato s'è fatto un utilizzo per così dire allegro di farmaci".
Cosa c'entrano le medicine con la pratica sportiva? Bella domanda, a cui nessuno è stato in grado di dare una risposta compiuta mentre ronzano in testa tanti dubbi. Ti martellano la testa e scuotono dentro. Poi ci sono state le morti di Gianluca Vialli (tumore al pancreas) e Sinisa Mihajlovic (forma acuta di leucemia) che hanno messo in subbuglio che quel che resta dell'animo di chi ha memoria di somministrazioni accettate, subite, chieste o provato a evitarle. E adesso si chiede: cosa ne sarà della mia salute futura, cosa ne sarà di me? Lo ha fatto suscitando molto clamore Dino Baggio che aveva parlato di "certi integratori che abbiamo preso" per raccontare quel che accadeva dietro le quinte, molti sapevano ma nessuno diceva.
Sabatini non si presta al gioco dell'impiccato, non si lancia in pericolose interpretazioni e, soprattutto, lascia che chi non c'è più riposi in pace ma quando ripesca dalle curve della memoria di giocatore (lo è stato tra gli Anni Settanta e Ottanta, indossando le maglie di Perugia, Roma, Varese, Vicenza, Venezia, Siracusa, Parma e Pro Patria) esperienze personali non puoi fare a meno di sgranare gli occhi. E interrogarti sulla effettiva ‘pulizia' di un mondo in bilico sul lato oscuro della forza.
"I medici ti facevano siringhe e non sapevi quello che ti iniettavano – ha aggiunto -. I farmaci erano tanti e usati anche con una certa frequenza, sia durante la settimana sia prima di una partita. E questo lo dico con certezza perché ho giocato al calcio: ci venivamo somministrati ogni giorno".
Cosa? La seconda parte dell'affermazione è anche più inquietante rispetto alla prima. "C'era di tutto… dal neoton (farmaco per terapie cardiache, ndr) fino a quelli che i nostri medici definivano ricostituenti passando per i cardiotonici". Una situazione che oggi, sottolinea Sabatini, trova maggiori resistenze da parte dei calciatori che "sanno come proteggersi" e affrontano la cosa con "un'altra coscienza e altri scrupoli" dicendo anche no nonostante le rassicurazioni loro fornite.
Ultima riflessione dedicata all'attualità e a un altro aspetto del calcio italiano, attraversato ancora una volta dalle inchieste penali e sportive. A cominciare dalla posizione della Juventus e dal lavoro delle Procure che s'è esteso a macchia di leopardo dietro impulso e acquisizione del materiale probatorio raccolto dagli inquirenti di Torino anche sulle società che hanno condotto operazioni e concluso affari "opachi" con la società bianconera.
Gli chiedono perché sempre la Juve finisca sotto i riflettori della giustizia sportiva e in tribunale. La risposta è una soffiata di fumo in faccia dopo un tiro alla sigaretta. "Un motivo evidentemente ci sarà. Non sono altri a metterla sulla graticola, ci si mette da sola".