Sabatini manda tutto in fumo: “Vlahovic e Donnarumma senza riconoscenza, Mourinho è un teatrante”
Tre, quattro tiri alla sigaretta, altrettanti soffi di fumo in faccia da provocarti tosse. Walter Sabatini regge tra le dita l'amica più fedele di trattative, discussioni, notti insonni e domeniche allo stadio. E ne ha per tutti. Ascolta, riflette, fa una boccata e poi sbuffa via le parole tra le spire. Oggi è alla Salernitana, un'offerta che ha accettato con sfida particolare della carriera: "Sono terrorizzato dall'idea di retrocedere, non mi è mai capitato nella mia vita", dice nell'intervista al Corriere dello Sport e tormenta il filtro tra pollice e indice. È stato un atto d'incoscienza e di cuore perché in granata si sente "amatissimo" poi mette da parte i sentimenti e lascia spazio alla ragione quando riflette su quattro aspetti della sua vita professionale.
Qual è l'esperienza che non rifarebbe? L'Inter che ha definito "il più grande errore professionale della mia vita" per aver accettato di essere fuori dall'organigramma dando il benestare a una richiesta interna. "Dovevo rescindere il contratto prima di cominciare": un soffio e via, altra boccata e altra domanda. Parla di Vlahovic e Donnarumma e questa volta il colpo di tosse viene a lui. "Il passaggio del serbo dalla Fiorentina alla Juventus è una cosa ignobile. Insopportabile. Come fai a non avere nessuna riconoscenza per la società che ha creduto in te? Lo stesso vale per Donnarumma con il Milan. Qui entrano in gioco le qualità umane".
A proposito di qualità umane, gli torna in mente la sua avventura alla Roma che gli è rimasta dentro. Guarda quella di ieri (quando con Spalletti faceva ragionamenti folli) e poi quella di oggi, fa un altro tiro profondo alla sigaretta e sputa fuori che "Mourinho è un teatrante di successo, io invece voglio fare il calcio vero – ha aggiunto Sabatini -. Lui potrà rispondere che ha vinto tutto e io niente. Ma resto dell'idea che lui vada bene per un certo tipo di squadra e determinati contesti".
Cosa non gli piace? Praticamente tutto quel che il portoghese ha incarnato finora e il copione che ha recitato: "I giocatori messi al rogo, declassificati. Mi pare tutto molto discutibile. Roma è una realtà particolare, da studiare e comprendere. Ora che l’ha fatto, Mourinho proverà a fare meglio, ma non con calciatori come Sergio Oliveira". Stop, in mano gli è rimasta la cicca.