Rummenigge e l’esonero di Ancelotti al Bayern: “Dovevamo aspettare di più”

Nella sua eccezionale carriera da allenatore Carlo Ancelotti ha lasciato il segno ovunque. L'esperienza internazionale più "sfortunata" della sua carriera è stata quella al Bayern, durata solo un anno e conclusasi con l'esonero (nonostante due Supercoppe di Germania e un trionfo in Bundesliga). A distanza di più di due anni, è tornato a parlare di quell'esperienza Karl-Heinz Rummenigge: l'amministratore delegato dei bavaresi e grande gloria tedesca ha ammesso che in quell'occasione la dirigenza ebbe un po' di fretta nel mandare via Carletto.
Carlo Ancelotti e l'esperienza al Bayern Monaco conclusasi dopo una sola stagione con l'esonero
Carlo Ancelotti arrivò al Bayern Monaco il 1° luglio 2016, raccogliendo l'eredità di Pep Guardiola. Ingaggio di 8 milioni di euro e contratto triennale per il mister reduce dall'esperienza al Psg. Dopo due successi in Supercoppa e una Bundesliga vinta (già ad aprile, per un successo che gli ha permesso di rientrare tra gli allenatori capaci di vincere il titolo in 4 Paese diversi), il tecnico dovette comunque incassare qualche critica di troppo per l'eliminazione ai quarti di finale di Champions dal Real Madrid, in una doppia sfida in cui non mancarono polemiche arbitrali. La seconda annata in Germania non iniziò benissimo per Ancelotti che venne esonerato a fine settembre dopo il 3-0 incassato dal Psg in Champions.
Rummenigge e l'esonero di Ancelotti al Bayern, i retroscena dell'amministratore delegato
In occasione di del convegno ‘Karl, voce del verbo vincere" al Teatro Sociale di Trento, nell'ambito della seconda edizione del Festival dello Sport, è tornato a parlare di Ancelotti, tessendone le lodi: "Ancelotti è un buon allenatore, dopo un anno e mezzo pero' le cose non andarono troppo bene e i risultati non erano nelle aspettative. E' una brava persona, sono suo amico, ha una tranquillità incredibile: ho visto tanti allenatori bravi tecnicamente, lui era sempre tranquillo, anche nei momenti difficili. Forse dovevamo aspettare un po' di più, però venivamo da una sconfitta con il Psg". In conclusione un retroscena sulla comunicazione dell'esonero. Rummenigge non dimenticherà mai quel momento tutt'altro che semplice: "È un grande personaggio: ricordo che, quando toccò a me dirgli che era finita, mi venne quasi da piangere e lui si alzò, mi abbracciò e mi disse: ‘va bene, non sei più il mio boss ma sei sempre un mio amico'"