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Rugani positivo all’alcoltest, fermato di notte sulla Maserati: il giocatore della Juve a processo

Daniele Rugani sarà processato per guida in stato di ebbrezza: il calciatore della Juventus è risultato positivo all’etilometro con valori tre volte superiori al limite consentito dalla legge.
A cura di Paolo Fiorenza
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Riserva affidabile per Massimiliano Allegri nel reparto difensivo della Juventus (15 presenze e 2 gol in tutte le competizioni), Daniele Rugani va scadenza di contratto tra due mesi, ma dovrebbe restare in bianconero: il rinnovo per due anni, più opzione per un'altra stagione, è molto vicino ad essere firmato, come confermato dal suo agente dopo gli ultimi incontri con la Juve. Da qui a poco tuttavia ci sarà un altro appuntamento, decisamente meno gradito, per il 29enne calciatore toscano: il 23 maggio si aprirà il dibattimento del processo di Rugani per guida in stato di ebbrezza. Una vicenda che risale alla scorsa estate, quando lo juventino fu fermato di notte alla guida della sua Maserati metallizzata e risultò positivo all'etilometro con valori decisamente alti.

Daniele Rugani esulta dopo aver segnato al Frosinone lo scorso febbraio
Daniele Rugani esulta dopo aver segnato al Frosinone lo scorso febbraio

Era il 21 luglio del 2023, Rugani incappò in un posto di blocco delle forze dell'ordine a Corso Grosseto a Torino, probabilmente di ritorno a casa dopo aver trascorso fuori la serata e le prime ore del mattino. Un'uscita ad alto tasso alcolico, visto che l'etilometro – lo strumento usato per misurare la concentrazione dell'alcol nel sangue – registrò 1,56 grammi di alcol per litro di sangue, test ripetuto poco dopo con risultato quasi identico di 1,54 g/l, laddove il limite consentito dalla legge è 0,5 g/l. Un tetto dunque sforato di parecchio, oltre tre volte.

Per Rugani è stata inevitabile – racconta La Stampa – la denuncia a piede libero per di guida in stato di ebbrezza, un reato contravvenzionale che ha rilevanza penale quando si superano gli 0,8 g/l, come nel caso del giocatore di Lucca. Le sanzioni vanno da un'ammenda di migliaia di euro fino all'arresto per un anno, oltre alla sospensione della patente. Rugani avrebbe potuto chiudere la vicenda pagando i cinquemila euro inflittigli dal GIP, ma invece ha deciso di opporsi, chiedendo l'ammissione alla messa alla prova, ovvero la prestazione di un lavoro di pubblica utilità che consente di estinguere il reato e tenere pulita la propria fedina penale. Istanza respinta ieri, perché presentata fuori tempo massimo. Di conseguenza Rugani adesso andrà a processo, con tutti i rischi del caso.

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