Rudi Garcia spiega cosa ha detto a Osimhen faccia a faccia: lo dice con una frase secca
Nel Napoli non si capisce se l'allenatore, Rudi Garcia, è al centro del villaggio/spogliatoio oppure considerato un corpo estraneo rispetto alla squadra. Se due indizi fanno una prova, allora lo sfogo di Osimhen nei confronti del tecnico (arrivato dopo quello di Kvara) è un brutto segnale. In quei minuti finali concitati, con l'attaccante che schiumava rabbia per aver sbagliato il rigore e avrebbe voluto giocarsi il tutto per tutto così da riscattarsi, la sostituzione è stata come rigirare il coltello nella piaga. E ha sbottato, s'è sentito punto su un nervo scoperto.
"Se la palla finisce sul palo o se abbiamo il rigore e non lo segniamo allora diventa difficile vincere – esordisce Garcia a Dazn -. Sul rigore sbagliato di Victor, dico che può succedere a tutti". Ma la questione è un'altra e si dipana nel corso della diretta.
Due, due… agitava le dita e le mostrava al mister che era lì a pochi passi da lui. Gli è passato di fianco sbracciando e urlando. Gli stava dicendo come – secondo lui – sarebbe stato meglio affrontare quei minuti: avrebbe voluto un altro attaccante accanto a sé per lanciare l'ultimo assalto. Un gesto plateale che fa il paio con quel "ma che fai?" del georgiano che prese malissimo e non capì perché venne tirato fuori quando mancava una manciata di match.
"A Osimhen ho parlato per la sua uscita ma certe cose rimangono nello spogliatoio", dice Garcia che lascia all'interno del gruppo, al faccia a faccia con il calciatore, quel che si sono detti, si diranno ancora quando l'adrenalina e la delusione per un risultato deludente saranno sbollite.
"Meglio quando uno esce e non è contento – dice ancora il tecnico francese a Dazn, che poi lancia un messaggio molto chiaro tra le righe -. Possono anche non essere contenti della loro prestazione. Ho tanti giocatori e vanno usati anche perché la qualità in attacco non manca".
Dallo studio gli mostrano il momento in cui si avvicina a Kvara che è seduto dopo il cambio. Un episodio altrettanto significativo sull'intelligenza e sulla responsabilità da parte dell'allenatore di tenere il gruppo unito. "Abbraccio con Kvara? Abbraccio tutti i miei giocatori".
Ultima riflessione altrettanto netta dedicata a perché ha cambiato i due attaccanti che nella scorsa stagione hanno trascinato la squadra di Spalletti. "Il nostro centrocampo andava bene, la creatività arriva da lì – la frase in conferenza stampa -. Secondo me giocare con il doppio attaccante non serviva. Victor andava risparmiato, punto".
Anche in questo caso Garcia rimette il suo pensiero al centro del villaggio. "Hanno fatto bene tutti e due ma abbiamo anche tanta qualità dalla panchina, ho ancora Lindstrom e quando abbiamo tanta qualità non è che facciamo tutte le partite con gli stessi uomini soprattutto perché giochiamo tra tre giorni giocando quatto gare in nove giorni. Se non conto su tutti i ragazzi non andiamo da nessuna parte".