Rudi Garcia non è convinto: “Tornare a giocare partite ogni 2-3 giorni? Una follia”
Dalle pagine de ‘L'Equipe' l'ex allenatore della Roma, Rudi Garcia,oggi al Lione, l'ultima squadra prima dello stop da coronavirus ad aver fermato la Juventus con il successo in Champions League, non è totalmente d'accordo sul rientro in campo. In Francia, così come in tutti gli altri Paesi europei il calcio è fermo e si sta provando a dare una data e un nuovo calendario al calcio giocato. L'emergenza è ancora in atto ma d metà maggio in poi si potrebbero allentare le misure restrittive che permettono di mantenere le distanze sociali e sotto controllo il contagio.
Ma il tecnico non è convinto di poter riprendere la stagione in modo regolare e soprattutto a marce forzate dopo un paio di mesi di fermo. Questioni che stanno creando discussione all'interno del mondo del calcio che, però è spinto a ritornare in campo, spinto dalle pressioni esterne di sponsor e detentori dei diritti tv. Le perplessità maggiori sono rivolte alle partite che verrebbero disputate forzatamente in un lasso di tempo contratto.
Il pericolo di giocare in estate senza soste
In Ligue1 mancano 10 turni alla conclusione e il Lione è attardato sulla strada della Champions League, relegato a metà classifica. L'occasione di giocarsi fino in fondo la chance di poter disputare anche l'edizione del prossimo ano c'è ma il problema – condiviso anche da altri esponenti del calcio – è quello di prevedere un tour de force sotto il caldo estivo e con una preparazione oramai precaria: "La voglia di ripartire è condivisa e c'è, ma non accetto di farlo in modo sbagliato, così a caso".
Chi gioca a calcio, un privilegiato
"Pensare che si possa giocare ogni 2-3 giorni è sbagliato, una piccola follia. Senza dimenticare che ci potrebbe anche essere la mancanza di un periodo di riposo tra questa e la prossima stagione, compromettendo tutto a lungo termine". Perplessità che, malgrado siano oggettive e si basano si esperienza diretta, passano in secondo grado rispetto all'emergenza generale: "Sono discorsi da addetti ai lavori. Noi siamo dei privilegiati, non ci dobbiamo lamentare per questo periodo di stop forzato".