Rudi Garcia e De Laurentiis a confronto dopo la partita del Napoli: cosa può succedere
Rudi Garcia è uscito dalla pancia dello stadio Maradona un'ora dopo la conferenza stampa del post match di Champions League con l'Union Berlino. Erano le 22.30 circa. Alla domanda "ha parlato con il presidente?", non ha risposto ma tirato dritto accennando a una smorfia di saluto. "Buonasera…" ed è andato via a margine di una serata che ha il sapore amarissimo del gol preso in casa, in contropiede, su angolo a favore e con una squadra sfilacciata, vanificando vantaggio e opportunità di chiudere quasi del tutto il discorso qualificazione agli ottavi grazie anche alla sconfitta del Braga a Madrid.
Invece no, del corredo accessorio della gara di coppa fanno parte il risultato beffa e una perplessità mai dissolta sull'effettiva capacità dell'allenatore di guidare nel migliore dei modi (o, almeno, senza far danni) la squadra che nella scorsa stagione ha conquistato lo scudetto e nel Gruppo di Champions mollò ceffoni a destra e a manca a blasonate come Liverpool e Ajax. Allora si volava sulle ali dell'entusiasmo e di un'identità di gioco precisa, adesso si fa fatica a capire cosa sia questo Napoli.
La questione non è di poco conto perché il pareggio con i tedeschi non complica di certo il passaggio del turno ma lascia sul tavolo una serie di nodi irrisolti. Alcuni in particolare: quest'anno in casa sono state appena 2 le vittorie raccolte su 7 incontri disputati; poi c'è quel gioco che non deve per forza ammaliare ma così com'è non convince, anzi fa storcere il muso; infine, un po' di soldi in meno al netto del risultato che porta in cassa 900 mila euro rispetto ai 2.8 milioni per il successo (oltre alla quasi certezza di mettere le mani anche sul bonus qualificazione da 9.6 milioni).
"Non si può prendere un gol in quel modo", ha ammesso il tecnico. Dovrebbe avergli detto qualcosa di simile anche il massimo dirigente (scuro in volto) con il quale, in base alle voci trapelate dai corridoi del Maradona, avrebbe sostenuto un lungo colloquio a caldo.
Non è difficile immaginare quale possa essere stato oggetto della ipotetica discussione per quel che s'è visto, per quel che nessuno si aspettava ed è accaduto: contro i tedeschi bisognava mettere un punto fermo e stare senza pensieri nel girone di Champions invece c'è il rischio di arrivare con l'acqua alla gola fino alla 6ª giornata.
Serviva anche per arrivare all'ultima gara di campionato prima della sosta (con l'Empoli in casa) a mente sgombra abbastanza per non fare punti e trincerare il quarto posto come un confine invalicabile da difendere a tutti i costi.
Il tecnico e De Laurentiis sono stati gli ultimi a lasciare l'impianto (il massimo dirigente lo ha fatto attraverso un'uscita lato tribuna), l'appuntamento è per la sfida di campionato alle porte che non può essere fallita. E se l'hashtag #GarciaOut caldeggiato dai tifosi rinfocola ipotesi di esonero, l'impressione è che se una decisione verrà presa non sarà molto lontana nel tempo. Empoli è solo l'ennesima tappa. Tutto può accadere.