video suggerito
video suggerito

Rrahmani al centro dello scandalo di Romania-Kosovo: “L’arbitro non voleva ascoltare, adesso basta”

Incredibile finale di Romania-Kosovo, partita di Nations League che non ha visto la sua naturale conclusione per abbandono del campo da parte dei giocatori kosovari. Capitan Rrahmani è stato al centro della decisione dopo aver discusso a lungo con l’arbitro: “Non ascoltava, è già la seconda volta qui. Era ora di dire stop”
A cura di Alessio Pediglieri
75 CONDIVISIONI
Immagine

Ancora l'ombra dei problemi geopolitici e territoriali sul calcio internazionale con la partita di Nations League tra Romania e Kosovo sospesa ad una manciata dai minuti conclusivi mentre il risultato era inchiodato sullo 0-0. Il match non è potuto più proseguire fino alla fine perché i giocatori kosovari hanno deciso di abbandonare il terreno di gioco di fronte ai cori che venivano lanciati dalle tribune da parte dei tifosi di casa, inneggianti la Serbia, Paese con cui il Kosovo è in conflitto da sempre. Scelta che ha visto come principale protagonista il capitano del Kosovo, il giocatore del Napoli Amir Rrahmani, finito al centro di accuse e polemiche per aver "premeditato" la decisione clamorosa: "E' la seconda volta che capita in Romania" ha dichiarato poi nel post gara, spiegando la decisione: "Era troppo".

Il Kosovo abbandona il campo, Rrahmani richiama i compagni: gara sospesa

La partita valida per la Nations League, in programma venerdì sera, tra Romania e Kosovo era ferma sul risultato di 0-0, ma non ha potuto concludersi in modo regolare: il Kosovo ha abbandonato il campo al 93° minuto dopo che i tifosi di casa hanno intonato provocatoriamente il nome della Serbia, creando attimi di pura tensione sul terreno di gioco dopo uno scontro di campo tra Alibec e Rrahmani. Proprio il capitano della nazionale kosovara e difensore del Napoli è stato il principale artefice della clamorosa scelta.

Una decisione che è stata recepita in modo unanime da parte della nazionale kosovara con l'arbitro danese Krogh che ha dovuto mettere a referto l'abbandono del match, interrotto senza più la possibilità di riprendere dopo un'attesa di circa un'ora. Al rientro sul campo c'erano solo i giocatori della Romania, mentre i kosovari sono rimasti negli spogliatoi. L'arbitro ha decretato così la conclusione dell'incontro su cui deciderà la commissione Uefa che ha già emanato un comunicato ufficiale: "La partita della UEFA Nations League tra Romania e Kosovo è stata sospesa. La UEFA comunicherà ulteriori informazioni a tempo debito"

Le dichiarazioni di Rrahmani e quelle di Lucescu: accuse reciproche

Anche nel post gara non si è placata la polemica con i protagonisti delle due nazionali che si sono lanciati reciproche feroci accuse. Rrahmani, capitano del Kosovo ha alzato la tensione con ulteriori dichiarazioni: "Hanno cominciato a gridare ‘Serbia' e dopo un minuto l'intero stadio ha cominciato a gridare ‘Serbia' una seconda volta. Poi è iniziato il terzo coro e l'arbitro non ha voluto ascoltare. Era troppo: adesso basta, è la seconda volta che succede in Romania e deve finire. Stop". Di natura diversa però, il pensiero della Romania, portato avanti dal ct Lucescu: "Sono stati imbarazzanti per il loro comportamento. La partita deve finire sul campo e c’erano anche alcune provocazioni da parte dei giocatori evidenti verso i tifosi"

"Tale comportamento è inammissibile" ha tuonato Lucescu nel post gara. "Si è visto che hanno provato a fare così, perché in ballo c'era una qualificazione importante. Hanno giocato molto bene, potevano vincere. Abbiamo avuto però un portiere strepitoso" ha concluso riferendosi all'obbligo da parte del Kosovo di dover ottenere i 3 punti per sperare nella qualificazione al turno successivo.

Le provocazioni dei giocatori del Kosovo e le accuse di premeditazione

Una situazione al limite dell'assurdo, che ha scatenato ovvie polemiche nel post gara con l'indice puntato proprio su Rrahmani e gli altri nazionali. Anche perché di fronte ai cori dei tifosi rumeni i giocatori kosovari si sono lasciati andare anche ad evidenti provocazioni come il segno dell'aquila con le mani, da sempre il simbolo dell'indipendenza kosovara.

Altre immagini finite sul web mostrano i giocatori del Kosovo, mentre si device cosa fare in campo, rispondere ai cori insultanti dalle tribune in modo scomposto e altrettanto provocatori e maleducati, che hanno esacerbato ulteriormente una situazione ben presto sfuggita di mano. E che adesso è già finita sul tavolo dell'UEFA che dovrà decidere l'esito ufficiale del match.

75 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views