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Rosario Mattia Russo gioca la Champions a Vanuatu: “L’ho scoperto su Facebook. Lo stipendio è buono”

Rosario Mattia Russo racconta a Fanpage.it com’è nata la sua esperienza nella Champions League dell’Oceania con la maglia dell’Ifira Blackbird, squadra di Vanuatu: “Ero su Facebook e leggo un annuncio. Mi hanno pagato tutto, qui non mi lamento”.
A cura di Vito Lamorte
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Un annuncio sui social, una candidatura e via: pronti per la Champions League dell'Oceania. Rosario Mattia Russo si appresta a disputare la Champions League dell’Oceania, la OFC Champions League, con la maglia dell’Ifira Blackbird, squadra di Vanuatu, grazie ad un annuncio su Facebook.

Il club stava cercando calciatori per disputare il massimo torneo calcistico del continente e il classe 1998 cresciuto a Matelica è stato selezionato dopo aver inviato CV e video: si tratta dell'ennesima esperienza lontano dall'Italia per Russo, che in passato è stato in Mongolia e in Spagna.

Russo è cresciuto calcisticamente con le giovanili del Matelica vincendo un campionato Juniores nazionale e facendo due panchine in Serie D con i biancorossi, per poi passare per due anni al Real Matelica in Terza Categoria e tentare infine l'avventura all'estero. Quest'anno ha iniziato in Seconda Categoria ma da qualche settimana ha intrapreso questa esperienza unica nel piccolo stato insulare nel Pacifico e a Fanpage.it ha raccontato come si vive il calcio a quelle latitudini e tutte le sue sfaccettature, facendo anche paragoni con le sue avventure passate in Mongolia e in Spagna.

L'Ifira Blackbird, la squadra di Russo a Vanuatu
L'Ifira Blackbird, la squadra di Russo a Vanuatu

Come si arriva a giocare in Oceania, precisamente a Vanuatu?
“Questa esperienza è stata la più facile da trovare perché a metà gennaio ero su Facebook e ad un certo punto vedo l'inserzione in un post della pagina ufficiale della squadra che ricercava giocatori, locali e internazionali per la Champions League oceanica. C’era indicata l'e-mail, ho inviato l'e-mail e poi niente… è piaciuto probabilmente il mio profilo e ora sono qui”.

Cosa ha mandato di preciso?
“Ho mandato il mio curriculum calcistico e il mio video. È piaciuto e poi ho firmato il contratto. Mi hanno pagato tutto, i voli e per il tempo che starò qui ho un mio stipendio. Qualche giorno fa il club ci ha anche comprato un paio di scarpe da calcio e un paio di scarpe da corsa, non mi posso lamentare”.

Com’è e in che modo è organizzata la Champions League dell’Oceania?
“Ci sono dei preliminari tra le squadre delle Isole Cook, Samoa, Samoa Americane, tutte queste nazioni così… Quest'anno erano solamente tre squadre e la prima, che ha vinto il girone è passata alla fase a gruppi, dove siamo noi. Da quest'anno hanno eliminato i play-off nazionali, perché altrimenti avremmo dovuto giocare i play-off nazionali: li hanno tolti quindi subito nella fase a gironi”.

E quante squadre ci sono a Vanuatu?
“In Serie A il campionato è diviso in province tra le cinque federazioni. Ci sono cinque campionati e quello dove gioco io è composto da sei squadre, quelle delle altre isole non c'ho idea sinceramente”.

Dato che è composta da più di 80 isole mi chiedevo come fosse composto…
“Le vincitrici dei cinque gironi si scontrano nel campionato nazionale e la vincitrice va in Champions”.

Quali sono le ambizioni della sua squadra?
“Ambizione personale è vincere il trofeo anche se è complicato. Quella di squadra è passare il girone, che comunque non è facile contro la squadra di casa dell'Isole Salomone, quella della Papa Nova Guinea. Poi c’è quella  L'altra dell'Isole Cook che in teoria è un po' più facile. Loro vorrebbero vendicarsi dell'Auckland City, che vinsero la Champions a Vanuatu due anni fa: sarebbe bello incontrarli e magari batterli in finale ma è molto difficile perché comunque Auckland City è il club padrone dell’Oceania”.

Russo in campo durante la precedente esperienza in Mongolia.
Russo in campo durante la precedente esperienza in Mongolia.

Quando si gioca questo torneo?
“La competizione si svolge dal 30 marzo al 12 aprile in due stadi: lo stadio nazionale delle Isole Salomone e poi uno stadio secondario. Noi giocheremo tutte e tre le partite del girone nello stadio nazionale”.

Com’è la vita a Vanuatu?
“Da domenica qui siamo venuti in ritiro in un altro hotel rispetto a dove stavamo prima io ed un altro ragazzo che gioca qui con me, un portiere francese: usciamo per andare a mangiare, perché tanto conviene più mangiare fuori che fare la spesa, e durante il giorno in attesa degli allenamenti, che si svolgono a mezzogiorno sotto il sole cocente, ogni tanto vado in spiaggia o esco a fare dei giri per visitare il luogo. Faccio la vita del professionista ma non prendo le cifre che si vedono da noi”.

Non è la prima volta che parte per andare a giocare in quelle terre, prima era stato in Nuova Zelanda….
“Sì, sono stato in New Zealand nel 2023, però durò solo per dieci giorni basta perché ho avuto problemi in famiglia e ho deciso di tornare a casa. La lontananza c’è e anche se, magari, per tanti sembra facile prendere e partire anche se solo per giocare a calcio non lo è”.

Lei ha avuto un percorso calcistico davvero fuori dal comune: ci racconta la sua esperienza in Mongolia?
“Non sono stato il primo perché prima di me sei italiani c'erano già stati. In Mongolia ci sono arrivato da solo, diciamo, perché io c'ho sempre avuto la passione per questi paesi e mi ero messo alla ricerca di vari direttori, allenatori e comunque assistenti allenatori di qualche club lì. Mi rispose qualcuno, però solo uno veramente interessato che è stato quello dei Falcons, la squadra dove poi ho giocato. Ci siamo messi d'accordo e sono andato lì da settembre a novembre 2022. È stata una bellissima esperienza a parte il freddo, con -20 e -25, tutto il contrario di qui”

Che tipi di strutture ha trovato in queste due nazioni?
“Secondo me le strutture in Mongolia sono un po' più nuove, perché hanno campi in erba sintetica, mentre qui i campi sono in erba naturale e non sempre vengono curati. In Mongolia c'era un campo sperduto un po' fuori dalla città con le pecore intorno, l'ambientazione era stupenda ma faceva un freddo allucinante. Noi con i Falcons giocavamo tutte le partite nello stadio della federazione mongola che è bello grande e si riempie tutto quando giocano le nazionali. Qui a Vanuatu c'è un campo migliore di un altro dove ci sono meno buche e viene più curato. Tra l'altro ho scoperto che nel 2023 ci fu un amichevole Vanuatu-Mongolia e vinse Vanuatu 1-0. Il livello qui è un po' più alto, secondo me”.

Russo mentre guarda una partita di calcio a Vanuatu.
Russo mentre guarda una partita di calcio a Vanuatu.

La vita com’era lì in Mongolia?
“Ti parlo della capitale, perché non ho avuto modo di vedere altre città, e ti dico che Ulan Bator è molto occidentalizzata. Per quanto riguarda il cibo tanto riso, verdure, carne, perché comunque ci facevano mangiare bene per giocare”.

Prima della Mongolia, però, ci fu la Spagna. È iniziato lì il suo giro del mondo?
“Tramite i social, LinkedIn, ero venuto a conoscenza di un intermediario che lavorava lì e lui come primo appoggio mi propose una settima divisione spagnola per farmi notare poi magari salire. Sono partito a fine agosto, poi sono rimasto fino a novembre, dicembre che poi mi ero strappato e vabbè sono dovuto ritornare in Italia a curarmi”.

Russo cosa ha imparato da queste esperienze lontano dall’Italia?
”Ho appreso tanto a livello personale e a livello sportivo, anche se tatticamente non sono molto preparati. Sicuramente ho imparato che non c'è senso fare la guerra in campo e sugli spalti, perché comunque resta un gioco e deve rimanere tale. Sono cresciuto come persona perché penso che ogni esperienza ti arricchisce e ti porta a vedere le cose sotto altri punti di vista".

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