Ronaldo si arrende e demolisce la veranda abusiva nella sua casa da 7 milioni a Lisbona
Alla fine anche Cristiano Ronaldo si è dovuto arrendere: la legge è uguale per tutti, anche per un campionissimo che aveva provato a rendere più vicina alle sue esigenze la lussuosa dimora acquistata nella zona più residenziale di Lisbona. Il fuoriclasse portoghese, all'epoca alla Juventus, aveva fatto costruire una veranda molto appariscente sull'attico dell'edificio, senza minimamente darne conto all'ufficio comunale preposto né all'architetto che aveva costruito il palazzo. Ed è stato proprio lo sfogo durissimo di quest'ultimo, José Mateus, che ha costretto CR7 a demolire la struttura in metallo e vetro che dominava la capitale portoghese, nella quale aveva piazzato una palestra.
"L'ammirazione e il rispetto che avevo nei confronti di Cristiano Ronaldo, un esempio che spesso ho citato davanti ai miei figli e ai miei studenti, sono crollati in un attimo – aveva scritto nello scorso maggio su Facebook Mateus, nome di grande spessore dell'architettura portoghese – Assistere alla mancanza di rispetto e alla contaminazione in modo ignobile del nostro lavoro, della nostra architettura, senza avere chiesto il consenso degli architetti e dei vicini, senza un progetto approvato dal Comune di Lisbona, costruendo alla bella ‘vecchia maniera' una veranda sul tetto dell'edificio, è qualcosa che non guarderò senza fare nulla. Oggi Ronaldo ha segnato un autogol, che mi rimarrà impresso per sempre, nella mia architettura, e sotto forma di un profondo disprezzo".
Il caso era esploso quando Georgina Rodriguez aveva pubblicato delle storie su Instagram in cui si vedeva la veranda in questione, provocando la reazione dell'architetto ed a ruota quella del Comune di Lisbona, che a quel punto aveva inviato i propri ispettori a controllare se fosse stata rispettata la normativa edilizia nella casa di Ronaldo situata al numero 203 di Rua Castilho: un appartamento di 300 metri quadri del valore di 7 milioni di euro – all'ultimo piano dell'edificio, con accesso diretto al tetto – del quale l'attuale giocatore del Manchester United aveva acquisito la proprietà esclusiva.
Proprietà che tuttavia, come accertato dall'ispezione, non gli dava il diritto di modificare il progetto originario dell'architetto. Da qui l'ordine perentorio del Comune di Lisbona nello scorso luglio di "procedere al ripristino della legalità urbana" entro 15 giorni. A Ronaldo sono state dunque due opzioni: abbattere la veranda o apportare modifiche alla struttura per renderla legale. CR7 ha optato per la prima ipotesi, chiedendo una proroga del termine per attuarla dopo la scadenza dell'1 agosto: a settembre ha quindi provveduto a far sparire dal tetto la struttura incriminata. Fonti vicine al campione hanno peraltro fatto sapere che "si sta già studiando un'alternativa per lo stesso spazio e all'interno della legge".