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Ronaldo rischia l’arresto, esplode il caso in Arabia Saudita: “Ha commesso atti indecenti”

Una bufera di dimensioni colossali si sta abbattendo su Cristiano Ronaldo in Arabia Saudita: un’avvocata ha preannunciato richiesta di arresto per il campione portoghese per “atti pubblicamente indecenti”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Bufera su Cristiano Ronaldo in Arabia Saudita: il 38enne campione portoghese rischia di essere arrestato e poi espulso dal Paese mediorientale in seguito a "atti indecenti" che sono stati denunciati da un'avvocata su Twitter. La vicenda è esplosa nelle ultime ore dopo la partita che l'ex juventino ha perso col suo Al Nassr in casa dell'Al Hilal.

Una sconfitta per 2-0 che segue il deludente 0-0 del match precedente e che a questo punto – quando mancano 6 partite al termine del campionato – rende molto difficile per l'Al Nassr vincere la Saudi Pro League, visto che la capolista Al Ittihad ha 3 punti in più e una partita in meno. Ma il peggio per Ronaldo potrebbe avvenire fuori dal campo, in conseguenza di qualcosa che ha fatto al termine della partita persa con l'Al Hilal: il gesto di afferrarsi i genitali, con tanto di ghigno di sfida alzando lo sguardo verso il pubblico di casa, fatto per rispondere a qualcosa che gli fa salire il sangue alla testa, ovvero i cori "Messi, Messi, Messi".

Il caso è stato sollevato in maniera fragorosa dall'avvocata Nouf bint Ahmed, professoressa all'Università di Ginevra, consigliere e arbitro commerciale internazionale accreditato dinanzi agli istituti arbitrali della Commissione delle Nazioni Unite. L'avvocata ha annunciato su Twitter che presenterà istanza al Pubblico Ministero saudita per l'arresto e l'espulsione di Ronaldo per essersi stretto i testicoli dopo aver sentito gridare il nome di Messi nella sconfitta dell'Al Nassr nel derby di Ryad.

"Non seguo lo sport. Anche se il pubblico dell'Al Hilal ha provocato Cristiano, lui non ha saputo come rispondere. La condotta di Cristiano è un reato. Un atto pubblicamente indecente, che rientra tra i reati previsti per l'arresto e l'espulsione se commesso da uno straniero. Presenteremo al riguardo un ricorso al Pubblico Ministero", si legge nel tweet dell'avvocata.

Peraltro secondo la cattedratica anche la presa al collo di un avversario durante il match, che è valsa a Ronaldo soltanto un cartellino giallo, sarebbe passibile di azione penale: "Nello specifico, quello è un reato. L'attacco di Cristiano contro un giocatore dell'Al Hilal non è legato a un duello di tipo sportivo. Va notato che Cristiano è noto per il suo equilibrio, qual è il motivo del cambiamento nel suo comportamento e della sua tendenza all'aggressività dopo essersi unito ad Al Nassr?", ha twittato ancora l'avvocata.

La denuncia di Nouf bint Ahmed è la punta dell'iceberg di una sollevazione di proteste sui social dopo il gesto fatto da Ronaldo, che rischia davvero di essere un boomerang enorme per lui. La vicenda ha coperto diverse ore di "Action ya Dawri", il programma sportivo più seguito in Arabia Saudita. Il club del portoghese, interpellato dal conduttore, ha provato a difendere il CR7 con un'argomentazione invero poco credibile: Cristiano avrebbe compiuto quel gesto perché "ha ricevuto una botta durante la partita" ai genitali.

Altri giornalisti sportivi sauditi sono stati molto duri nei confronti del cinque volte Pallone d'Oro, come Ozman Abu Bakr, che ha definito la sua azione "un gesto immorale e maleducato contro gli spettatori" e ha suggerito che la Federcalcio dell'Arabia Saudita dovrebbe immediatamente rescindere il contratto di Ronaldo. Abituato com'è ad esternare la sua alterigia senza alcun limite, anche a costo di debordare nella maleducazione, Ronaldo forse farebbe bene a capire dove si trova adesso: in Arabia è pagato centinaia di milioni, ma la soglia della moralità pubblica è posta a un livello molto diverso cui è abituato.

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