Ronaldo reagisce alle provocazioni con un gesto volgare: gli avevano urlato “Messi, Messi!”
Scurrile al limite dell'osceno. È il gesto che Cristiano Ronaldo fa verso i tifosi dell'Al-Shabab che lo provocano urlandogli "Messi, Messi!". Non è certo la prima volta che accade una cosa del genere: da un campione della sua età (ha 39 anni) e della sua fama (è una star dello sport globale) ti aspetteresti una reazione più ragionata e meno di pancia, anche alla luce di uno sfotto' che fa parte delle cose di campo. In fondo, quando indossava la maglia del Real Madrid gliene hanno dette anche di peggiori. Ma deve essere più forte di lui, proprio non ce la fa a lasciarsi scivolare addosso certe cose.
E così, dopo la vittoria in trasferta (3-2) e aver segnato l'ennesima rete della carriera, quando ha sentito gli ennesimi mugugni nei suoi confronti ha tirato fuori dal repertorio delle reazioni l'ennesimo atteggiamento biasimevole, apparso abbastanza volgare per quello strano movimento del braccio e della mano all'altezza dell'inguine. In precedenza aveva risposto sul campo alla sua maniera: con la gara ferma sullo 0-0 s'era presentato lui sul dischetto per battere il rigore dello 0-1: perfetto e glaciale come sempre, non s'era affatto impressionare dagli sberleffi che pure gli avevano rivolto nel tentativo (vano) di distrarlo.
"Messi, Messi!". Quando sente il nome dell'argentino scandito in quel modo Cristiano Ronaldo trasecola, sente il sangue che gli ribolle nelle vene. Otto i Palloni d'Oro vinti dall'argentino, cinque quelli del portoghese. Il dieci argentino ha vinto anche un Mondiale, lui s'è fermato a un Europeo. Ma fategli mai una riflessione del genere, la prenderà male sicuramente e replicherà senza fare troppi complimenti.
È capitato anche contro l'Al-Hilal, stesso copione: i sostenitori della formazione avversaria lo prendono di mira, qualcuno gli lancia anche una sciarpa addosso mentre sta abbandonando il terreno di gioco, CR7 la prende e la infila nel pantaloncino rimestando con la mano prima di lanciarla per terra.
La parola sconfitta è termine che non può esistere nel suo vocabolario. Per CR7 esiste solo la vittoria tant'è che quando gli va male – come avvenuto in occasione della Riyadh Season Cup – proprio non riesce a stare nei ranghi del cerimoniale. Prima se la prese con un addetto ai lavori in campo, manifestando palese nervosismo per quella medaglia di secondo che stava per andare a ritirare poi esplose: quando vide sullo schermo che l'ex laziale Milinkovic veniva premiato come MVP del match, sfilò il premio dal collo e poi lo buttò via prima di tornare negli spogliatoi.