Ronaldo ha sfasciato lo spogliatoio della Juve: “Chiesa abbia il coraggio di dire cosa è successo”
Cristiano Ronaldo al Napoli è un sogno di fine mercato che al momento però ancora non si è concretizzato. Il ritorno del portoghese in Italia, dopo gli anni trascorsi alla Juventus, sarebbe ancora oggetto di discussione tra le parti. Tra conferme, suggestioni, presunte offerte, proposte e decisioni dello stesso giocatore, c'è da fare i conti con le certezze ma soprattutto le perplessità di chi crede che un giocatore del suo spessore non si possa adattare alla perfezione nei meccanismi della squadra di Luciano Spalletti. Non tanto per le capacità tecniche del giocatore che sono indiscutibili, quanto piuttosto per la questione caratteriale che vedrebbe Cristiano Ronaldo come un elemento che poco si integra nelle dinamiche dello spogliatoio.
Alcuni suo comportamenti alla Juve, ma anche recenti al Manchester United, potrebbero confermare questa tesi avanzata anche nel corso della serata di ieri all'interno del programma ‘Pressing' in onda sui canali Mediaset. Massimo Mauro, uno degli opinionisti della trasmissione, ha infatti espresso i suoi dubbi su questa operazione nel caso in cui dovesse andare in porto. "Perché sfasciare un meccanismo che funziona?" si chiede parlando duramente di un giocatore capace di rompere gli equilibri all'interno di una squadra.
"Guarda quello che è successo a Torino – afferma con forza Mauro che rivela alcuni dettagli dell'esperienza del portoghese in bianconero – Lo spogliatoio con Ronaldo si sfascia". Cristiano Ronaldo lasciò la Juventus all'improvviso, dopo la prima giornata di campionato a Udine della scorsa stagione. Da tutti fu definita una fuga a tutti gli effetti che mostrò alcuni lati caratteriali del giocatore spesso poco incline alle dinamiche di gruppo all'interno dello spogliatoio.
Un qualcosa che per certi versi è sempre stato nella testa di molti che hanno visto in Cristiano Ronaldo non proprio l'esempio di capitano e leader dello spogliatoio. Celebre il suo confronto verbale con Cuadrado al termine del primo tempo della sfida di Champions tra Juventus e Porto in cui Ronaldo entra nello spogliatoio urlando: "Stiamo giocando una m***a". Il documentario dedicato ai bianconeri mostrato su Prime lo scorso anno mostra poi proprio il colombiano che gli risponde: "Incluso anche tu".
Una dinamica che un po' riassume il pensiero di Massimo Mauro. Per un suo capriccio Ronaldo ora sta invece lasciando anche il Manchester United. A Ten Hag non è andata giù la sua mossa di non presentarsi al ritiro dei Red Devils perché desideroso di fare una nuova esperienza altrove. Ma tra Chelsea, PSG, Bayern e altri top club europei, in tanti hanno sbarrato le porte al portoghese, anche per via del suo enorme ingaggio che nemmeno a 37 anni vuole dimezzare di qualche milione. "Per fargli giocare la Champions, sfasciamo il Napoli che è un gioiellino, chiunque viene gioca bene – ribadisce l'opinionista – Di Ronaldo che deve giocare la Champions League al Napoli non ce n’è nessun bisogno".
Mauro a quel momento rivela dettagli della sua esperienza alla Juventus e spiega il significato della sua tesi sul perché il Napoli non debba ingaggiare Ronaldo. "È andato a Torino per vincere la Champions ed è l’unica cosa che non ha fatto – sottolinea con forza – Lui sfascia lo spogliatoio e poi dove lo mettete a Cristiano Ronaldo nel Napoli di Spalletti? Sarebbe la rovina. Sta facendo un finale di carriera non degno di lui". Mauro rincara la dose e tira in ballo l'ultima stagione di Cristiano Ronaldo alla Juventus: "Chiedi a Chiesa e agli altri, avessero il coraggio di dire la verità su quello che è successo con Cristiano Ronaldo nello spogliatoio della Juventus – aggiunge – Nell’ultima partita di Pirlo a Bologna, Ronaldo è rimasto in panchina. Ricordatevelo".
La prospettiva di vedere Cristiano Ronaldo a Napoli entusiasma però senza ombra di dubbi una piazza come Napoli desiderosa di vedere un campione del suo calibro in azzurro. Un'operazione che potrebbe riportare quell'entusiasmo di attesa di un fuoriclasse di tale spessore che forse Napoli aspettava dai tempi di Diego Armando Maradona. Ma in questo caso Massimo Mauro precisa ancora. "Non toccate il tasto Maradona, è il paragone tra la cioccolata e qualche altra cosa – afferma ancora l'opinionista Mediaset – Lui era ben voluto da tutti i suoi compagni non perché era il più forte, ma perché era generoso. Non alzava mai le mani contro un compagno e li difendeva sempre".