Ronaldinho, 40 anni in un carcere: l’unica costante della sua vita è l’amore per il calcio
La mattina del 14 marzo 2020 il Vecchio Continente si è svegliato guardando le immagini della partita di calcetto che Ronaldinho aveva giocato nella casa circondariale in cui è detenuto in Paraguay. Scarpette prestate, foto di rito e partita vinta. Ça va sans dire. Esattamente 10 anni prima il brasiliano, il 14 marzo del 2010, faceva palpitare i cuori dei tifosi del Milan che a San Siro lo vedevano dribblare e cercare la via della rete contro il Chievo Verona. Andando ancora indietro, il 14 marzo del 2004, sul campo del Murcia segnò la rete del raddoppio per il Barcellona con un comodo appoggio a porta vuota. L'unica costante in questi tre episodi è l'amore incondizionato per il calcio da parte dell'ex numero 10 della Seleçao.
Dinho, che oggi compie 40 anni, è stato un calciatore unico per le sue caratteristiche e inimitabile per le cose che ha mostrato in campo: in tanti hanno provato a imitare quello che faceva lui ma pochissimi ci sono andati vicini. È stato il simbolo di una generazione di appassionati di calcio che è rimasta abbagliata e ipnotizzata sul divano da ciò che quel ragazzo con i capelli ricci riusciva a fare con la palla. Ha traghettato il calcio dal vecchio nel nuovo millennio e lo ha fatto a modo suo: stop al volo, elastico e palla nello spazio un compagno.
Ad un certo punto, però, il suo spazio si è iniziato sempre più a ridurre ed è iniziata la fase della decadenza, che gli stessi ipnotizzati dalla sue gesta hanno osservato in maniera dolorosa ma senza troppa sorpresa. Ronaldinho ha sperimentato sulla sua pelle che non tutto resta immutato nella vita e niente dura per sempre: sfoggia sempre il suo sorriso come un marchio di fabbrica ma è evidente che nulla è più come prima.
L'unica cosa costante è l'amore per il calcio e a dimostrarlo sono le immagini che arrivano dalla prigione paraguaiana. Dopo aver visto entrare nel suo palmares un Pallone d'Oro, una Champions League e un Mondiale; pochi giorni fa Dinho avrebbe ricevuto come premio un maialino di 15 kg dopo la gara vinta in carcere ma nonostante la situazione complicata che sta affrontando siamo piuttosto certi che non ha esitato un secondo quando ha visto la palla rimbalzare, perché, anche in questo caso, l'unica cosa costante nella sua vita si è dimostrata l'amore per il futbol.
Non è da escludere che gli altri detenuti possano organizzare un momento di celebrazione per il brasiliano e questo si aggiungerebbe alle migliaia di attestati di affetto che ha ricevuto e riceverà: nonostante il sorriso del ragazzo di Porto Alegre non è lo stesso dei tempi migliori rimarrà comunque ben impresso nelle menti di tutti quelli che hanno visto in lui un extraterrestre prestato al mondo del calcio.