Roma tradita dai rigori, il Siviglia vince l’Europa League: beffa atroce dopo 146’ di battaglia
Il Siviglia vince l'Europa League ai calci di rigore (5-2) e stacca il biglietto per la prossima edizione della Champions. La finale più lunga della storia dura quasi due ore e un risultato di 1-1: 146 minuti per la precisione, compresi i 21 di recupero a corredo dei tempi regolamentari e poi dei supplementari. La conquistano gli andalusi dal dischetto dopo una battaglia epica e per la Roma è una beffa atroce anche per quel penalty di Montiel che Rui Patricio para e regala ancora una speranza. Ma viene ripetuto e questa volta l'argentino non sbaglia. Che botta, davvero. Onore delle armi ai giallorossi, finire così fa malissimo. Per com'era andata, alla squadra di Mou è mancata solo un pizzico di fortuna.
Per com'era era andata, l'epilogo è stato crudele. E le lacrime della Joya la dicono lunga sulla portata della delusione. Ranghi serrati, spazi ristretti, nessuna sbavatura nell'interpretazione tattica del match. José Mourinho ha presentato in campo una Roma calibrata e organizzata per spegnere le fonti di gioco del Siviglia ma senza fare le barricate. Non è stata lì a farsi prendere a pallate, né a subire l'iniziativa degli andalusi. No, ha lasciato il filo conduttore e il possesso palla nelle mani degli spagnoli ma ha dominato quanto a occasioni più pericolose costruite con la pazienza del ragno. Li ha costretti a vagare per il campo, impedendo loro le verticalizzazioni, chiudendo le corsie laterali e quando quella tela di passaggi orizzontali ha mostrato qualche smagliatura, la Roma ha affondato il colpo.
Gara bloccata per mezz'ora, due lampi l'accendono all'improvviso. Il primo è di Spinazzola, che va vicino al vantaggio con un tocco d'interno destro deviato da Bonou. Il secondo è di Paulo Dybala, che trova lo spazio giusto nella difesa iberica e in diagonale batte il portiere. La Joya, sulle cui condizioni fisiche c'erano molti dubbi, finalizza con freddezza un'azione che era stata innescata da Mancini. La panchina della Roma esplode, Mou fa segno di stare calmi perché la gara è ancora lunga. E fa un gesto eloquente. Ma per tutto il primo tempo le opportunità migliori sono dei giallorossi mentre il Siviglia dà segnali di risveglio solo alla fine della frazione.
Sotto pressione. Inerzia e copione dell'incontro cambiano nella ripresa. La squadra di Mendilibar alza il baricentro del gioco, sì dà una scossa dal torpore, riprende il comando delle operazioni ma questa volta lo fa attaccando con maggiore efficacia. Entrano Suso e Lamela, escono Oliver Torres e Gil. La Roma tiene botta ma l'atteggiamento è diverso rispetto al primo tempo, adesso è meno brillante e patisce il forcing degli spagnoli, resta schiacciata nella propria trequarti, si carica di falli e cartellini. È in questa fase della sfida che arriva, sia pure in maniera molto sfortunata, la rete del pareggio: il Siviglia sfonda sulla destra, il cross è forte e teso, Mancini che è sulla traiettoria colpisce con la coscia nel tentativo di anticipare Ocampos e beffa Rui Patricio.
È il momento peggiore per la Roma, che rischia di essere travolta ma reagisce subito e sfiora il raddoppio due volte in una stessa occasione: cross di Pellegrini, Abraham gira a rete ma Bonou interviene, la palla arriva a Ibáñez che non ha i piedi né la freddezza per piazzare la sfera. L'assedio è rotto ma per resistere al Siviglia c'è bisogno di maggiore freschezza in mezzo al campo: esce Dybala che non ce la fa più, entra Wijnaldum. Poco dopo tocca al ‘gallo' Belotti provare a dare vitalità all'attacco dal quale Mou toglie Abraham.
Il brivido corre lungo la schiena per un contatto in piena area giallorossa: l'arbitro Taylor giudica rigore l'intervento di Ibáñez su Ocampos poi va al Var e cambia la decisione: niente penalty, il resto del match lo si gioca in apnea. Bonou compie un altro mezzo miracolo poi pochi minuti dopo tocca alla Roma protestare per un tocco di mano di Fernando in area su cross di Belotti ma per il direttore di gara (e lo stesso Var) il braccio è lungo il corpo e in posizione congrua.
Il risultato non si schioda, si va ai supplementari. Nella mischia vengono lanciati anche El Shaarawy e Llorente per Pellegrini e Spinazzola. Matic alza bandiera bianca per un problema muscolare a pochi minuti dai rigori, Mou si volta e chiama il giovane Bove. Nessuna delle due ha la forza per piazzare il guizzo decisivo, Smalling scheggia la traversa al 131° minuto. Niente da fare, la finale si decide ai rigori. E la vince il Siviglia.