Roma furiosa per l’arbitraggio di Fabbri con il Sassuolo: non ha visto la provocazione di Berardi
Serata da dimenticare per la Roma contro il Sassuolo. La sconfitta interna per 4-3 è una doccia fredda per i giallorossi che speravano di approfittare del ko dell'Inter e del pareggio della Lazio, prossima avversaria, per fare un bel salto in avanti in classifica. A far arrabbiare però tutto l'ambiente è stato l'arbitraggio, in un momento in cui c'è grande nervosismo per la squalifica di Mourinho, confermato dal silenzio stampa. Una situazione in particolare è oggetto di grandi polemiche, ovvero quella relativa al comportamento di Berardi in occasione dell'espulsione di Kumbulla.
Quella situazione ha tagliato le gambe alla Roma che dopo aver accorciato le distanze, si è ritrovata sotto di un uomo e con un calcio di rigore a disposizione degli avversari. Grande ingenuità di Kumbulla che ha colpito con la palla in gioco Berardi, incassando così il rosso di Fabbri aiutato nell'occasione dal Var. Ma perché i giallorossi protestano? Sotto la lente d'ingrandimento la provocazione dell'attaccante del Sassuolo nel contrasto con il difensore della Roma.
Si può notare come quando i due calciatori sono in area a stretto contatto e in caduta, Berardi rimane con il piede sinistro tra le gambe del centrale ex Verona. Poco dopo ecco un calcetto malizioso, a cui Kumbulla risponde poi con il tocco costatogli il rosso con il Var. I tifosi capitolini avrebbero voluto una sanzione pesante non solo per il loro giocatore ma anche per l'attaccante del Sassuolo, considerandoli entrambi colpevoli, senza l'assegnazione del calcio di rigore.
In realtà l'entità dell'infrazione commessa da Berardi non è tale da essere punibile con il Var allo stesso modo di quella commessa ingenuamente da Kumbulla. Sicuramente se l'arbitro Fabbri avesse visto l'intervento del neroverde avrebbe potuto punirlo con il cartellino giallo, ma la moviola in campo non avrebbe mai potuto sanzionare quella provocazione con il giallo, ma solo con un eventuale rosso. Una scorrettezza però non tale da meritare l'espulsione.