Roma delusa da Zaniolo sul piano del rispetto: non ha voluto incontrare una persona
La lettera aperta di Nicolò Zaniolo alla Roma e ai tifosi ha cambiato una parte della narrazione della vicenda che ha coinvolto il calciatore, portandolo ai ferri corti con la società e la galassia dei sostenitori giallorossi. Il calciatore voleva essere ceduto, ha detto no al Bournemouth (che secondo il club aveva presentato l'offerta migliore e più conveniente dal punto di vista economico) poi ci ha ripensato ma era troppo tardi perché gli inglesi avevano già investito il budget preventivato per gennaio. Se n'era fuggito dalla Capitale dopo le minacce ricevute e il pedinamento sotto casa. Aveva perfino dato uno strattone chiedendo di essere escluso dal novero dei convocati per la partita di campionato con lo Spezia.
A chiusura delle trattative è arrivato il lungo messaggio spedito all'Agenzia Ansa nel quale si è detto pronto a "tendere una mano", ha difeso se stesso chiarendo di essersi "sempre impegnato sul campo e in allenamento con la massima professionalità", ha puntato l'indice sulle cose "non veritiere" che sono state dette sul suo conto e infine ha parlato del "periodo delicato" vissuto in quest'ultimo periodo, accennando anche al senso di smarrimento avvertito per l'evoluzione della vicenda. "Ho avuto paura e mi sono sentito abbandonato", è la frase con la quale ha cercato di convincere l'ambiente romanista che non c'è mai stata malizia dietro i suoi atteggiamenti ma solo sincera preoccupazione.
La Roma ha reagito con freddezza dinanzi al tono conciliante del giocatore, una novità assoluta rispetto alla determinazione con la quale aveva chiesto di andar via. Lo aveva ribadito pubblicamente anche José Mourinho quando, parlando della situazione, aveva svelato quali fossero le intenzioni di Zaniolo. Per il club resta fuori dal progetto tecnico: da domani si allenerà da solo e il segnale dell'armadietto spostato a Trigoria è la conferma ulteriore della posizione assunta dalla società.
Ci sono un paio di aspetti in quella lettera che alla dirigenza Friedkin non sono piaciuti. Il primo, fondamentale: la proprietà attendeva le scuse del calciatore. Scuse che in realtà non sono mai arrivate immaginando però di poter essere ugualmente "a completa disposizione della famiglia Roma". Per la serie: incontriamoci a metà strada, ipotesi che la società non considera possibile alla luce dell'atteggiamento del giocatore.
Il secondo fa riferimento al comportamento di Zaniolo nel periodo più caldo della trattativa e dei contatti che la Roma aveva intessuto con il Bournemouth. Il neo proprietario è Bill Foley, con il quale i Friedkin hanno un rapporto diretto e più ancora lo hanno avuto per trovare la quadra dell'operazione. La scelta del calciatore di disertare l'incontro con la dirigenza inglese è una cosa che il presidente s'è legato al dito, più ancora dell'aver rifiutato il trasferimento.