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Rodrigo Palacio: “Bologna vale più della Champions League”

In una lunga intervista, Rodrigo Palacio ha parlato del suo futuro e del legame con la città e il club: “La mia idea è quella di festeggiare i 40 anni a Bologna. Qui sto benissimo e sono grato per quanto hanno fatto e fanno per me. Tutto questo vale più della possibilità di giocare in Champions League”.
A cura di Alberto Pucci
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Sbarcato all'ombra delle due torri nell'estate del 2017, Rodrigo Palacio sta vivendo una seconda giovinezza a Bologna. L'attaccante di Bahìa Blanca, che si è subito innamorato della maglia rossoblù e legato alla tifoseria felsinea, ha confermato il suo momento felice in un'intervista concessa alla ‘Gazzetta dello Sport'. "Quando arrivai qui non avrei mai immaginato che potesse essere tutto così bello. E serio. Non me l’aspettavo. Non c’è nulla, ma proprio nulla, da invidiare alle altre società", ha spiegato l'ex giocatore dell'Inter e della nazionale argentina.

L'affetto per l'Italia

Reduce dal rinnovo appena firmato con la società bolognese, Palacio ha poi parlato del suo futuro e della proposta che nella scorsa estate gli arrivò da Bergamo: "La mia idea è quella di festeggiare i 40 anni a Bologna, anche se non ho ancora deciso niente perché lo faccio sempre alla fine di ogni anno. Di sicuro col calcio smetterò qui in Italia e non in Argentina. L'offerta dell'Atalanta? È stata dura e lunga. A 37 anni non è facile che qualcuno ti cerchi per la Champions. Era un orgoglio enorme il solo fatto che avesse pensato a me, oltre al fatto che ho giocato ovunque tranne che in Champions".

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L'offerta dell'Atalanta

"A Gasperini chiesi tre giorni di tempo – ha aggiunto ‘Il Trenza' – ma pensai che il Bologna mi voleva ancora, qui sto benissimo e sono grato per quanto hanno fatto e fanno per me, allora la scelta è stata facile: tutto questo vale più della Champions". Definito da molti una bandiera rossoblù, Rodrigo Palacio ha avuto dalla sua anche la fortuna di incrociare in carriera diversi allenatori: Tra questi anche Sinisa Mihajlovic. "Quando abbiamo saputo della sua malattia, ci siamo uniti ancora di più – ha concluso – Lui lottava e noi non potevamo dare meno di quello che lui mostrava al mondo".

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